Bisogna riconoscerlo: solo a Napoli !!
Mi riferisco ad una notizia di fonte Adnkronos/Ign (questo il link) che ci parla delle statuine per il presepe che si possono trovare sui banchi della storica bottega artigiana di Ferrigno, dal 1836 a San Gregorio Armeno, la via dei presepi nel cuore di Napoli.
Vi appaiono:
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Berlusconi in ginocchio di fronte a Veronica Lario con alle spalle Noemi Letizia.
George Clooney ed Elisabetta Canalis, con il cartello ‘oggi sposi’.
Belen, con un cartello sulla perifrastica,
Marrazzo con le statuine dei trans
Patrizia D’Addario (e ‘te pareva)
Mike Bongiorno e Michael Jackson,
San Giuseppe e la Madonna con le mascherine anti-influenza.
Il Papa, con il gesso al polso
Vasco Rossi che cade sul palco.
E molti altri ancora.
Ferrigno ha anche realizzato anche presepe che verrà presentato all’Aquila a fine mese e sarà messo all’asta per dare il ricavato in beneficenza’ ‘Da Guido Bertolaso a Silvio Berlusconi, da Barack Obama al generale Fabrizio Lisi, comandante della Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza di Coppito, i personaggi chiave della ricostruzione sono i protagonisti del presepe realizzato a Napoli in omaggio agli sfollati del terremoto che ha colpito la provincia abruzzese il 6 aprile scorso. ”I Re magi sono rappresentati da Berlusconi, Bertolaso e dal generale della Guardia di Finanza della scuola di Coppito Lisi
Va beh.! Anche il presepe non è più quello di una volta.
Proprio a proposito del presepe, qualche anno fa, in un momento di nostalgia ho voluto scrivere una lettera a mio padre. E’ una lettera che non leggerà mai perchè non c’è più, ma è stato un momento magico per ricordare i Natali della mia fanciullezza.
Il presepe allora era davvero un presepe.
Eccone uno stralcio:
“Ricordo, tiravi giù, da sopra un armadio, una vecchia valigia di cartone nella quale era racchiuso il Presepe che, con grande fantasia, ogni anno allestivi in modo diverso.
Ricordo, mi mettevo vicino a te e ti osservavo, scartavi amorevolmente quelle delicate statuine che, come vecchi amici, ogni anno rivedevo con immensa gioia.
Ricordo il pastorello con la pecora sulle spalle, la contadinella col cesto sul capo, il viaggiatore sopra l’asinello, e via, via, tutte le ponevi nel presepe.
Poi, quando tutto era finito, quando tutte le lucine nelle case e le stelle, brillavano su quel paesaggio di cartapesta, il Natale era veramente arrivato, l’atmosfera era creata e i giorni che ci apprestavamo a trascorrere così in allegria volavano rapidamente fino al giorno che, tutto passato, si doveva smontare quel Presepe.
Ora, caro papà, non i giorni, ma gli anni sono volati così rapidamente da non aver quasi avuto il tempo per contarli.
Ora tu non sei più qui a preparare quel Presepe: dove sarà quel pastorello? Dove quella contadinella? Dove e per chi splenderanno quelle luci? Dove se ne sono andati quegli anni, quei giorni, quei sorrisi, quella gioia?
Io, caro papà, tutto ciò lo conservo qui, nel mio cuore, delicatamente, come vecchie statuine di un Presepe, amorevolmente incartate e riposte in una vecchia valigia di cartone.”
Tenera !!!!
E che fine ha fatto quella valigia di cartone? Valla a cercare e fai ancora una volta quel bel éresepe di tanti anni fa.
Caro Franco,
il Tuo scritto mi ha portato a ricordi di una dolcezza che ho anch’io provato. Quelle sensazioni generate dall’atmosfera del Natale, forse anche edulcorate dal tempo, sono di una dolcezza mai più provata ed appartengono a tutti noi che, fortunati, le abbiamo provate e godute per anni.
Tutto questo, confesso, mi ha fatto male. Quell’atmosfera vive collegata indissolubilmente a “figure”scomparse per sempre e non mi riferisco ai soli morti ma a tutti…compresi noi stessi.
Le asprezze, le delusioni che la vita ci presenta giorno dopo giorno ci costringono ad un adeguamento ed a consapevolezze continui, con la conseguente graduale estinzione di quelle “illusioni” con cui più felicemente si conviveva da ragazzini ed anche un pò dopo: ora siamo forse un pò più “maturi” ma sicuramente “attrezzati”: ora la perdita dell’innocenza è cosa raggiunta.
Caro Franco, se vuoi evitarti sensi di quella vertigine che io sto tuttora soffrendo, non cercare quella valigia ma pensa che tutto sia stato un sogno, un bellissimo sogno.
La valigia e lo scritto sono di Elisabetta, che ti leggerà e chissà se deciderà di aprire quella valigia…….
Grazie del tuo bel commento.
A presto.
Purtroppo quella valigia non c’è più… non so che fine abbia fatto….
Ha preso il “volo” o forse il “treno”….
Peccato….
Ma se esistesse ancora non avrei timore di riaprirla ….
Ci troverei all’interno non solo quelle statuine nella carta ingiallita, ma anche la mia adolescenza… sarebbe senz’altro un momento di nostalgia, ma non una nostalgia triste , caro Vincenzo, una nostalgia che mi scalderebbe il cuore e mi farebbe ancora sentire accanto a mio padre…
Sentirei ancora il profumo di quei giorni…. le campane a festa il sapore di quei dolci casalinghi, delle arance e dei mandarini.
Sarebbe come riaprire una porta nel passato, rivedere tutti quei volti amati che ora non ci sono più… e riportarli per qualche minuto ancora in vita….. dopotutto l’eternità… è questa: vivere finchè qualcuno ti ricorda.
eli
Cara sconosciuta eli, hai più coraggio di me.