Rifarsi le tette? Ma certo, che problema c’è! Ti passo anche il nome del chirurgo.
Questo il significato di un vero e proprio spot promozionale andato in onda ieri a Pomeriggio Cinque sotto il falso nome di “servizio” (lo trovate qui).
Ce lo ha propinato Barbara D’Urso che ha intervistato Francesca Cipriani dal lettino dell’ospedale nel quale era stata sottoposta nella stessa mattinata a mastoplastica additiva, per portare il seno dalla quinta alla settima misura (sic!).
Francesca era bella, sveglia, allegra, sorridente, truccata e pettinata, fiera delle sue nuove tette maggiorate. “Sei stata sottoposta ad anestesia totale?”, “Nooo, anestesia locale con un po’ di sedazione, ho fatto un sonnellino”
Non si è mancato, ovviamente, di fare pure il nome del professore che l’ha operata.
Nessun cenno ai rischi dell’operazione, né sulle possibili conseguenze.
Tutto bene, tutto facile.
Ragazzine, insomma, cos’aspettate?
Francesca Cipriani proviene da quella “grande fucina di talenti” che è il Grande Fratello, dove nel 2006 era rimasta per un paio di settimane. Poi un calendario sexy e non so cos’altro abbia fatto. Aveva già fatto una precedente mastoplastica e non discuto la sua scelta di farsene una nupva per una “settima”, anche se mi pare che non ne avesse proprio bisogno,. E’ simpatica e le auguro un felice futuro, tette o non tette.
Ma discuto questo “servizio-spot” di Pomeriggio Cinque, che definire vergognoso e diseducativo è dir poco.
Barbara D’Urso l’aveva introdotto con “incominciamo con un sorriso”. A me l’ha fatto passare.
speriamo solo che non ne facciamo anche uno speciale a Matrix !!
speriamo 🙂
Che devo dirti, caro frz, sarà la mia età, che “non è più quella di una volta”, saranno i tempi moderni che “non sono più quelli di una volta”, sarà la bellezza e la femmilità che “non è più quella di una volta”, saranno le tette “che non sono più quelle di una volta (naturali)”, saranno i valori, quelli veri, che “non sono più quelli di una volta”….. insomma niente è più quello che la femminilità, la naturale bellezza, i valori che vengono dati alla vita e alla moralità, alla vera personalità e, quel desiderio del successo ad ogni costo, niente…. vale più niente, e niente è più quello che “una volta” ci sembrava veramente importante….
Che tristezza….. che peccato….. quanto veramente abbiamo o meglio hanno perso……
Quando penso agli anni che ho vissuto, “quelli di una volta”, per intenderci, sono sempre portato a concludere che “giocavamo con poco, ma non ci mancava nulla”. Ricorderai certamente il mio post con quel titolo.
Quando lo penso, però, mi sento anche un po’ di essere un vecchio trombone.
Non è aver poco che fa la felicità, ma saper godere delle cose che si hanno, senza voler essere chissà chi o chissà cosa.
Ecco: quel che mi preoccupa di più del mondo di oggi, è questa spinta al voler “apparire”, non importa a che prezzo.
Nel caso specifico non ce l’ho con la chirurgia plastica, che capisco che possa essere d’aiuto a risolvere qualche problema psicologico, quando di serio problema psicologico si tratta. Ma ce l’ho con chi la pubblicizza, come se fosse ua crema di bellezza senza controindicazioni.
Non è così.
E ce l’ho con chi spinge a far diventare “serio”, un problema che serio non è.
Tutto qui.
Concordo con quanto detto da entrambi. Io in più mi chiedo: ma in questi tempi di crisi, la gente dove va a trovare i soldi per gli interventi di chirurgia plastica? Pare, infatti, che il settore non solo non conosca crisi, ma sia in crescita. E non sono solo le donne a “rifarsi”, caro frz: molti uomini non disdegnano i “ritocchini”. Eh, caro mio, la vanità non è più solo femmina! D’altra parte i non più ventenni come farebbero a rimorchiare le giovanissime? Ah, dimenticavo: c’è sempre il discorso dei soldi. Insomma, più sono vecchi, più sono ritoccati, più hanno il portafogli a fisarmonica, più rimorchiano (con l’ausilio del Viagra) le giovanissime … con le tette rifatte. 😦
S’, Marisa, e mi fanno un’invidia…. 🙂
Ovviamente mi rivolgo a tutti.
Concordo come tutti col giudizio di Frz specie quando rimarca che dei rischi nessuno ne parla, quando la cronaca invece fornisce una casistica impressionante di interventi finiti male quando non all’obitorio.
Non parliamo poi del fatto di avere passato il nome del chirurgo….che accordi furbeschi ci siano sotto non siamo così stupidi da non immaginarli.
Pertanto anch’io dico, specie su questi punti: vergogna!
Ciò detto, vado col pensiero al teatro goldoniano e considero che la critica alle giovani generazioni è l’elemento caratterizzante dei vecchi!…Da sempre!
Eppure (specie nel mondo occidentale ma non solo) l’umanità è sempre andata avanti…magari a scossoni ma progredendo.
Che siano i cambiamenti che, a una certa età, facciano più paura?
Non mi considero “un vecchio” ma……. questi segnali…….
Un abbraccio a tutti.
Io non ho esitato a definirmi “un vecchio trombone”…. 🙂
Certo,
devo dire che pur essendo “un vecchio trombone” cerca di far capire ai giovani che essere è molto più importante di apparire.
Apprezziamo,
Apprezziamo!
Grazie, anche per la pazienza di aver letto anche i commenti di questo post e non solo il testo principale..
Sto normalmente dalla parte dei giovani, ma credimi: tromboni qualche volta si nasce, ma con l’età spesso lo si diventa, anche senza volere.
Fatti vivo, qualche volta.
Nel frattempo ho dato uno sguardo al tuo blog. Ci ritornerò.