La Casbah a Milano, ma non solo lì.

Scontri tra africani e sudamericani a Milano. Un morto,auto ribaltate, vetrine sfondate
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La notizia è di fonte ANSA a firma Fabrizio Cassinelli

“E’ stata una serata di rivolta interetnica quella avvenuta a Milano, dove in via Padova,una delle ‘casbah’ cittadine, la comunità nordafricana ha dato vita a disordine e aggressioni dopo l’uccisione di un giovane egiziano accoltellato, pare, da alcuni sudamericani.”

“La lunga arteria stradale sembrava quasi il teatro di una guerriglia, auto ribaltate, vetrine sfondate, motorini rovesciati e gruppi di nordafricani che a 20-30 si muovevano nelle vie laterali a caccia di peruviani ed ecuadoriani.”

“La causa è stata un diverbio tra un gruppo di latinos e tre africani, che si trovavano tutti sullo stesso autobus e hanno cominciato a sfottersi e minacciarsi. Appena i tre nordafricani sono scesi dal mezzo il gruppo di sudamericani li ha seguiti e raggiunti accoltellando uno di loro, che è morto sul posto.”

“Secondo la Direzione Investigativa Antimafia il fenomeno è in espansione: é’ un equilibrio delicato e precario quello tra i gruppi criminali stranieri costretti a spartirsi gli “affari” (immaginate pure quali) sulla piazza di una grande città, come Milano. La convivenza multietnica? Tutto dipende dagli ‘affari’ e dall’equilibrio che, intorno ad essi, si riesce a trovare.”

Ora io mi chiedo: E noi che facciamo ? Abbiamo lasciato dilagare e incancrenire questo fenomeno a dismisura, non solo a Milano ma in molte città italiane. E adesso, continuiamo a lasciar fare ?

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5 risposte a La Casbah a Milano, ma non solo lì.

  1. Vincenzo ha detto:

    Caro Frz,
    Non vedo le differenze. Sono fatti di ordinaria criminalità.
    Quando capita il classico “regolamento di conti” tra bande criminali, il fatto che siano coinvolte bande mafiose italiane, africane, cinesi o sudamericane non fa nessuna differenza di fronte alla legge.
    Faccio fatica a capire la tua domanda che mi permetto di definire “un pò suggestiva”.
    Non credo che “abbiamo lasciato dilagare” la delinquenza solo perchè, in questo caso, tra bande straniere.
    Credo che i mercati della delinquenza: prostituzione, droga, “protezione” richiamino tanto i criminali italiani quanto i criminali stranieri.
    Sotto il profilo della sicurezza sociale per la popolazione il rischio non cambia.
    Le pallottole o i danni non hanno nazionalità.
    Se fossi colpito da una pallottola di un senegalese
    non mi sentirei peggio rispetto a quella di un guappo italiano.
    Secondo me questa delinquenza non è appannaggio di un’etnia alloctona ma un cancro che si innesta in un contesto locale già corrotto.

    • frz40 ha detto:

      Sì certo, si tratta di ordinaria criminalità e le pallottole non hanno nazionalità.

      Ma è’ la dimensione che mi preoccupa, così come la sua continua espansione. E qui penso che certa immigrazione abbia contribuito, non poco, a questa escalation. Mi sbaglierò, ma non credo che questa sia solo “un’immagine un po’ suggestiva”.

  2. Vincenzo ha detto:

    Si , hai ragione è aumentata la concorrenza!

  3. Marins ha detto:

    La criminalità organizzata è un cosa, il territorio italiano ormai ha tutte le organizzazioni criminali etniche.

    Un’altra cosa, ben più grave, è invece l’impulso che queste battaglie hanno su coloro, immigrati, che vivono ai margini sia della società per bene, sia della società criminale.

    Costoro potrebbero innescare una vera e propria guerriglia sul modello delle BANLIEU parigine e deviare da lotta del territorio per affari della criminalità a vera e propria guerriglia civile.

    Siamo forse lontani dai modelli francesi e inglesi ma non sottovaluterei la miccia innescata da questi episodi

    Come intervenire ? E’ la domanda a cui rispondere

    In primo luogo il controllo del territorio e il potenziamento (anche tecnologico) delle forze di polizia

    In un momento successivo e più lungo, da una vera politica di integrazione, accompagnata dall’affermazione dei valori riconosciuti universali
    [Per niente facile questa cosa ! ]

    Mi piacerebbe però vedere l’opinione pubblica italiana veramente unita di fronte a questo nuovo mondo, aldilà delle dispute destra e sinistra.

    Mi piacerebbe vedere una reazione della stampa che di fronte a episodi così tremendi dia una risposta del SENSO COMUNE, il noto common sense inglese, cioè il senso del valore comune, valore condiviso da tutti i cittadini del mondo

    La sintesi di questo senso comune emergeva qualche giorno dopo gli attentati alla metropolitana londinese quando venivano catturati gli attentatori e i fiancheggiatori di quegli atti terroristici: sui giornali compariva “Caught the bastards !” e questo era proprio il senso comune degli inglesi in quel momento

    Saluti a tutti
    Marins

    • frz40 ha detto:

      Non siamo mai capaci, caro Marins, di accomunarci tutti sotto un unica bandiera, purtroppo. Non c’è nulla che ci faccia gioire tutti insieme, ad eccetto di certe vittorie sportive (e poi ancora) e non c’è nulla che ci offenda tutti insiema. Ci sono stati esempi eclatanti; te ne cito uno: cìè stato chi ha gioito per i nostri morti in Afghanistan.

      Non esiste quello che tu chiami SENSO COMUNE. Destra e sinistra, sono sempre in lotta, per partito preso senza occhi per vedere e orecchie per ascoltare.

      Trovami un esempio, uno solo, nel quale i gornali si esprimano tutti all’unisono. MAI.

      Tu dici:”potenziamento delle forze di polizia” Pensi che siano tutti d’accordo?

      Tu dici: “vera poltica di integrazioe” E’ un bel titolo, ma poi?

      Un volta c’era almeno “il buon padre di famiglia”, adesso, ne sono certo, non c’è nemmeno più quello

      E’ triste, ma è così.

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