Racconta Massimo Gramellini in questo su occhiello, “La truffa morale” per La Stampa, di un apparentemente integerrimo professore di Italiano e Latino che, in punto di morte, confessò alla figlia di aver aiutato i suoi allievi all’esame di maturità.
Ma in che modo?
“A turno i maturandi uscivano dall’aula per recarsi in bagno. E in un angolo buio del corridoio trovavano lui, che consegnava a ciascuno la versione già tradotta. Ma non la stessa per tutti. Una versione personalizzata e con l’handicap. I meritevoli ricevevano un testo impeccabile. I meno bravi uno sporcato da un paio di errori, che per gli scarsi salivano a quattro e per i pelandroni a cinque: al di sotto della sufficienza. Il professore comunicava a ogni ragazzo il numero di errori presenti, così anche il peggiore avrebbe potuto salvarsi, se fosse stato abbastanza bravo da trovarli.”
“Ha spiegato che negli esami l’emotività gioca brutti scherzi, mentre con il suo metodo venivano riconosciuti i meriti e i demeriti accumulati durante l’anno.”
«Una parte di me condanna quel professore – dice Massimo Gramellini – Ma dev’essere una parte norvegese o austro-ungarica, non fateci caso.»
Io, invece, non devo avere in me proprio nulla di norvegese o austro-ungarico.
Quel prof faceva benissimo. Aveva capito tutto.
Di questo professore ammiro soprattutto una cosa: la capacità di “personalizzare” le versioni. A parte il lavoro immane, trovo davvero difficile immaginare e prevedere gli errori che gli studenti potrebbero fare … talvolta scrivono delle tali assurdità che ci vorrebbe una fantasia sconfinata. 🙂
Non credo, comunque, che «con il suo metodo venivano riconosciuti i meriti e i demeriti accumulati durante l’anno» e in ogni caso non capisco come questa potesse essere una soluzione in grado di controllare l’emotività. Nel senso che, sapendo di dover dare la “caccia agli errori”, quelli meno bravi si agiterebbero comunque, forse ancora di più.
Di norvegese non so, ma di sicuro, anche grazie alla terra in cui sono sempre vissuta, io ho molto di austro-ungarico. 🙂
Beh…. non puoi dire che non ce la mettesse tutta. 🙂