Ieri sera guardavo su Madiaset Premium Calcio una trasmissione sportiva che, oltre agli splendidi occhi di Sara Carbonero (e non solo quelli), ha proposto un reportage su Rosengård, il sobborgo di Malmö in Svezia nel quale è cresciuto Zlatan Ibrahimović.
Lui è un campione vero ma ha un carattere difficile, insofferente.
Nasce, 29 anni fa, da padre bosniaco, Šefik Ibrahimović, e madre croata, Jurka Gravić, emigranti dalla Bosnia-Erzegovina, e cresce in questo quartiere, densamente popolato da immigrati di varie nazionalità.
Rosengård è stato costruito tra il 1960 e il 1970, all’interno di un programma del governo svedese, che intendeva risolvere il problema della mancanza di abitazioni con un milione di nuove case; era sorto come quartiere modello, ora è un quartiere degradato a ghetto, dove la disoccupazione ha raggiunto il 65% della popolazione e le speranze di trovar lavoro sono praticamente nulle in presenza dell’attuale crisi economica..
Conta oltre 21.000 abitanti e ha moltissimi problemi sociali. Quando viene menzionato dai giornali e telegiornali si tratta quasi sempre episodi negativi: atti di vandalismo contro la proprietà pubblica, casi di criminalità giovanile, delinquenza, traffico e spaccio di stupefacenti. Pare che, attualmente, non possano più mettervi piede nemmeno i poliziotti.
Attenzione: stiamo parlando della Svezia. Di una nazione modello sociale, non di Scampia a Napoli o di certe altre zone degradate della nostra povera Italia..
Quegli immigrati di Rosengård ora non li vorrebbe più nessuno, anche se hanno dato alla Svezia un campione, peraltro mai troppo amato dagli svedese doc, come Zlatan Ibrahimović.
Lo stesso accade un in tutta Europa, che è ormai pervasa da spinte nazionalistiche in ogni sua parte.
Ne fa un quadro Marco Zatterin con l’articolo “Europa, lo spettro dell’ultradestra” per La Stampa di oggi.
Fa riferimento alle varie situazioni di Olanda, Belgio, Ungheria, Slovacchia, Romania, Austria, Francia e Germania.
Viviamo in una situazione difficile e complessa che per risolversi richiederebbe una pronta ripresa economica che, peraltro, non vedo all’orizzonte. E non credo ai sussidi e agli interventi statali.
Dice un vecchio problema cinese: “Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.”
Sì, ma dove andare a pescare?
Eh, si, dove andare a pescare???
Anche per i cinesi (popolo di antichi proverbi) è sempre più difficile anche la pesca….
eli
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