Non è facile trovare in questi giorni un commento serio ed equilibrato sulla siituazione del Governo nel nostro Paese.
Questo lo è. E’ l’editoriale di Sergio Romano per Il Corriere di oggi.
“L’IMMAGINE DI UN PAESE”
“Il lettore troverà in altre parti del giornale le parole inaccettabili che il presidente del Consiglio ha pronunciato ieri alla Fiera di Milano. Posso quindi esimermi dall’obbligo di ripetere ciò che è stato detto sui gay e sui mezzi d’informazione. Ma non posso impedirmi di pensare che Berlusconi stia distruggendo ciò che è riuscito a fare in questi anni.
Conoscevamo il suo carattere, le sue debolezze, il suo conflitto d’interessi, le leggi ad personam e certi aspetti goliardici della sua personalità. Sapevamo che i suoi continui scontri con la magistratura rappresentavano un rischio per la tenuta delle istituzioni e l’equilibrio fra i poteri dello Stato. Ma non ho mai pensato, a differenza di altri, che i suoi governi fossero inetti e impotenti. Mi sarebbe sembrato assurdo ignorare i risultati della lotta contro la criminalità organizzata, la riforma universitaria del ministro dell’Istruzione, gli entusiastici furori riformatori del ministro della Funzione pubblica, i passi compiuti sulla strada del federalismo fiscale, le missioni militari all’estero, l’attenzione dedicata ai problemi dell’energia, il progetto sulla legislazione del lavoro, la maggiore sensibilità per le opere pubbliche, certi interventi della Protezione civile, il recupero dell’evasione fiscale, la prudenza e l’abilità con cui è stata affrontata la crisi del credito.
So che il bilancio deve tenere conto anche delle molte cose promesse e non fatte o fatte male. Ma se mi guardo attorno e confronto la politica italiana con quella di altri Paesi dell’Unione europea, non mi sembra che l’Italia, quando la partita si gioca sulle
cose fatte e da fare, sia rimasta indietro. E guardandomi attorno non vedo altro Paese dell’Unione europea in cui lo stile di vita del premier, spesso per sua deliberata volontà, sia divenuto il tema centrale della politica nazionale.
Berlusconi non sembra rendersi conto che questa pubblica rivendicazione delle sue debolezze private sta divertendo il mondo, riaccendendo tutti i più triti pregiudizi sul carattere degli italiani e soprattutto oscurando quello che il governo è riuscito a fare in questi momenti difficili.
Non credo che il presidente del Consiglio possa continuare a polemizzare con tutti, a braccio e nelle occasioni più disparate, senza neppure calcolare gli effetti delle sue parole su coloro che non gli sono pregiudizialmente ostili.
Voglio sperare invece che Berlusconi possa ancora, se lo vuole, lasciare la tribuna delle dichiarazioni improvvisate per tornare a Palazzo Chigi dove lo aspettano molte cose da fare e molti problemi da risolvere.
Se vi è ancora spazio per un accordo con Fini, tanto meglio. Il Paese non ha bisogno di una crisi che rischierebbe di frantumare il quadro politico nazionale con conseguenze forse devastanti.
La nazione ha il diritto di essere rappresentata autorevolmente nelle sedi in cui si sta disegnando il nuovo profilo della finanza internazionale e soprattutto a Bruxelles, dove nei prossimi mesi si deciderà, tra l’altro, la politica fiscale dell’Europa. Ma se la prospettiva razionale non fosse praticabile, è meglio tornare alle urne senza la scorciatoia di improbabili governi tecnici. Temo che dalle elezioni anticipate possano uscire equilibri ancora più traballanti degli attuali. Ma niente è più grave di questo continuo stillicidio di picche e ripicche, questa sciagurata confusione di pubblico e privato.
Gli italiani non lo meritano.
Condivido la tua decisione di scegliere tra i tanti articoli sul nostro premier, quello di Sergio Romano che avevo già sentito leggere su radio 3 ( quella di partito, come dici tu)
in “Prima pagina ….la lettura dei giornali”( 7,30-8,35) splendida trasmissione che ascolto tutte le mattine da oltre trenta anni… quando faccio colazione o la barba.
Per la cronaca è una trasmissione estremamente democratica che alla lettura dei quotidiani alterna a turno giornalisti, in genere direttori di testata, di tutte le testate pricipali …… dalla destra alla sinistra e dà l’accesso, nella seconda parte della trasmissione, alle telefonate di tutti coloro che intendono intervenire con domande o chiarimenti al giornalista di turno.
Ciò premesso, giudico anch’io che il commento più equilibrato e condivisibile sia quello da te proposto.
Buona giornata a tutti….e …… tanti auguri all’Italia!
Vincenzo
Grazie per la segnalazione e buona giornata anche a te.
PS Quando parlo della rete del partito mi riferisco in modo specifico alla tv e quindi a RAI 3
Mi piacerebbe conoscere il “partito”. Dal mio punto di vista ce ne fosse uno… in effetti se per partito intendi tutti quelli che non si sentono di sostenere il governo allora non lo chiamerei partito ma più genericamente “opposizione”.
🙂 Vincenzo
Che Rai 3 sia sempre stata schierata a sinistra non lo scopro certamente io. E’ fatto ultranoto e tutti i direttori che si sono succeduti in quella rete hanno sempre avuto precise connotazioni politiche. E con loro tutta la truppa.
Non puoi definirla d’opposizione, perchè quando le sinistre sono andate al potere non è stata affatto ‘d’opposizione’, ma di governo.
Che l’opposizione attuale sia allargata ad un accrocchio di partiti (così come lo sono quelli di Governo) può far pensare che RAI 3 sia patrimonio di tutti quei partiti, ma non è vero. L’ideologia dominate rimane quella di sinistra e il nome del partito daglielo pure tu.
Alt…. non c’è solo Rete TRE .
“Anno Zero” di Santoro è su Rete DUE e in prima serata….
Mi dispiace, ho provato a guardarla, ma non riesco a sopportare Santoro, Di Pietro e &…. ci provo e ci riprovo, ma cozzo sempre contro idee e mentalità completamente chiuse e contro la mia buona volontà di comprenderle e magari qualche volta di poterle anche condividere.
eli
eli
Non preoccuparti, non sei la sola. Dovrebbero essere preoccupati , invece, quelli che a guardarla ci riescono
Caro Frz
Sono stato assente per giorni e posso rispondere solo ora.
Che bella scoperta! RAI 3 è sempre stata di sinistra e quindi è più corretto chiamarla, in questa fase di governo, opposizione .. cioè opposizione al governo… che di sinistra non è. Il termine definisce correttamente la situazione attuale.
Però, quando parli di “rossi” (lo hai scritto per Fazio) attribuisco il colore alla identificazione col comunismo o mi sbaglio?
Il Comunismo, secondo me, invece ha ben poco peso e racchiude pochi superstiti.
Molti ex comunisti sono addirittura passati alla Lega.
Stai tranquillo …. il pubblico di Rai 3 è ben diverso da quello che tu credi sia. In genere racchiude molte persone di cultura e liberi pensatori …. per esempio quelli che vengono definiti “relativisti culturali” dalla Chiesa. Io, in effetti, non riuscirei a vivere se non ragionando proprio in forma relativistica.
Se ricominciamo a usare quei termini che corrispondono ad un passato morto e sepolto, perchè non tiriamo fuori anche il termine “fascismo”?
Bella gara fra due dittature vergognose! Suggerirei di non scadere su questi termini.
🙂 Vincenzo
Mhhhhh, quanti punti meriterebbero una più approfondita discussione in questo tuo commento.
Provo a farlo sinteticamente, dato lo strumento che stiamo utilizzando, sperando di essere sufficientemente chiaro e sereno.
RAI 3 è sempre stata di sinistra e fin qui siamo d’accordo. In questa fase storica del nostro Paese l’opposizione non è rappresentata solo dalla sinistra e RAI 3 non rappresenta tutte le forze d’opposizione: continuerei a chiamarla rete di sinistra e non rete d’opposizione.
Credo anche che non sia rappresentativa di tutta la sinistra, ma di una parte ben precisa della stessa.
E comunque non del comunismo Marxista-Leninista tradizionale, che forse non ha mai completamente rappresentato. Che questo tipo di comunismo tradizionale in Italia non esista quasi più sono d’accordo e il fatto che molti sedicenti ex comunisti siano passati alla Lega a mi avviso dimostra solo due cose: che comunisti non lo sono mai stati e che bravissima è stata la Lega ad cogliere le istanze di quella parte di popolazione che si è trovata priva di riferimenti, con qualche soldo da parte e una casetta di proprietà conquistata col sudore, minacciati da ‘Roma ladrona’ e da certi pozzi senza fondo.
Che molti politici abbiano fatto la stessa scelta non mi dice proprio nulla, al di fuori del fatto che hanno visto in quel carro lo strumento per cercare posizioni di potere di proprio tornaconto.
Non credo alla politica disinteressata; non lo è in nessuna parte del mondo.
Non credo all’ideologia come fine, ma solo come strumento di potere. Almeno oggi.
Ma ritornando a RAI 3. Chi rappresenta? Non l’opposizione: se la metà circa degli italiani si sentisse rappresentata da quella rete, avrebbe ascolti eccezionali. Ma una frangia di essa. Quella dell’intellighentia di sinistra che non ne ammette altre e si bea di se stessa con manifesta superiorità. Qui so che andiamo in rotta di collisione ma è proprio quel tipo di cultura col portafoglio pieno e la puzza sotto contro la quale sovente mi scaglio.
Mi scuserai per la franchezza, spero, ma questo è il mio pensiero.
Caro Frz, Apprezzo come mio costume la franchezza e, con altrettanta franchezza, confermo il mio accordo sulla tua analisi.Salvo la tua dichiarazione sull’ideologia che potrà anche essere stata utilizzata come strumento di potere ma, per le persone più preparate è proprio l’ideologia la molla che determina le scelte di campo … a volte anche a costo della vita.
Se non ci fosse una convinzione ideologica alle spalle non si potrebbero valutare criticamente le proprie scelte rispetto a quei valori di riferimento che ogni persona pensante e di coscienza dovrebbe possedere … in coerenza ai propri personali principi.
E non è solo questione di portafogli gonfi.
Mah… se ne conosci uno che al giorno d’oggi sia disposto a dar la vita per un’ideologia politica, dimmelo che lo voto subito. 🙂
O anche solo a pagar di tasca gli errori. 🙂
Un abbraccio.
Il famoso detto che recita “se vuoi cambiare il mondo, comincia da te stesso” è senz’altro un motto di effetto e ragionevolmente onesto, ma la realtà è un’altra cosa…. e oggi il motto vero è “se vuoi cambiare il mondo, cominciate voi”…..
Ognuno vuol salvare e tenere stretto quello che ha, magari con gran lavoro e fatica, conquistato e non è disposto (anche in nome della fratellanza e del patriottismo) a sacrificare.
eli