Cinquecentomila Alpini sono attesi qui a Torino, domani e dopodomani, 7 e 8 maggio.
Formatisi nel 1872, sono il più antico corpo di fanteria da montagna attivo nel mondo.
Con il loro 84esimo raduno nazionale celebreranno i 150 anni dell’Unità d’Italia, tutti insieme, uniti per il tricolore, indipendentemente dalle divisioni sociali e politiche.
I loro muli non ci sono più, ma quante pagine di storia hanno scritto per noi.
Benvenuti e grazie a tutti voi!
Mi scrive Vincenzo:
Grazie Frz per la menzione sugli alpini, per precisione, oltre all’orgoglio per l’appartenenza al Corpo, molti di essi festeggiano con brindisi e brindisi ma io, e non solo io certamente, vorrei ricordare il sangue versato senza economia sui campi di battaglia.
Solo un paio di cifre: il Corpo di spedizione in Russia contava circa 110.000 alpini, ne tornarono meno di 8.000!
Aggiungo una breve parentesi, nonostante il vino, mai nessuna adunata ha dato luogo a fatti di cronaca e quando l’adunata finisce il motto è sempre stato “lasciamo la città più pulita di come l’abbiamo trovata”
Domenica sfilerò anch’io con i miei “fratelli alpini”.Saluti a tutti e grazie ancora a te Frz.
Vincenzo
I raduni degli alpini sono da sempre molto belli e “colorati”.
Eh sì. i nasi e le guancine, soprattutto ! Ma che bello.
Grazie Frz per la menzione sugli alpini, per precisione, oltre all’orgoglio per l’appartenenza al Corpo, molti di essi festeggiano con brindisi e brindisi ma io, e non solo io certamente, vorrei ricordare il sangue versato senza economia sui campi di battaglia.
Solo un paio di cifre: il Corpo di spedizione in Russia contava circa 110.000 alpini, ne tornarono meno di 8.000!
Aggiungo una breve parentesi, nonostante il vino, mai nessuna adunata ha dato luogo a fatti di cronaca e quando l’adunata finisce il motto è sempre stato “lasciamo la città più pulita di come l’abbiamo trovata”
Domenica sfilerò anch’io con i miei “fratelli alpini”.
Saluti a tutti e grazie ancora a te Frz.
Vincenzo
L’ho inserito nel post. Buon raduno.
Vorrei aggiungere al tuo articolo sugli Alpini il ricordo di Don Carlo Gnocchi, partecipe nella ritirata di Russia come cappellano degli Alpini.
Per questa sua esperienza ha scritto un libro “Cristo con gli alpini”: è, un racconto toccante e che vuole essere una memoria o meglio una testimonianza in cui Don Gnocchi riesce a scoprire nei volti di quei giovani il volto di Cristo e il senso ultimo di quella terribile vicenda.
Vorrei citarne un breve paragrafo:
“Come potrò dimenticare quelle gelidi notti, ferocemente serene, passate alla tragica luce dei bivacchi, le apocalittiche bufere di neve che parevano incenerire il mondo nella nube livida della tormenta e trasformare l’avanzata degli Alpini in una marcia di deportati o di maledetti; la bramosa ossessione di una sosta, di un focolare, di un po’ di varietà, di vita e d’amore, in quell’inferno bianco e in così acerrima inimicizia di uomini e di cose”.
eli
Cara Elisabetta,
Bravissima nel ricordare Don Gnocchi, sfilando ho visto un grande cartello che lo ricordava. Che persona meravigliosa!
Saluti
Vincenzo