Per non far incazzare Vincenzo, lascio perdere i risvolti politici, e non addebito a questa o a quella fazione gli “indignati” commenti che ho letto a proposito della consuetudine di certi Stati USA di far percorrere l’ormai famosa perp walk, la camminata sulla porta dal commissariato, fatta fare a colui che si presume che abbia perpetrato un crimine, così come è toccato a Dominique Strauss Kahn.
Ogni Paese ha le sue regole e le sue consuetudini, anche se oggi il denominatore comune pare essere ovunque quello di sbattere il presunto mostro in prima pagina e darlo in pasto al colto a all’inclita, per celebrare il processo mediatico prima ancora di quello ufficiale.
Noi di abitudine abbiamo questa:
E’ riferita al fermo, tra due ali di folla plaudente, di Cosima Serrano, presunta perpetratrice di un crimine nelle vicenda della povera Sarah Scazzi.
Se volete godervela tutta la trovate qui: (LINK)
Ma è solo un esempio tra tanti.
Nessuno che “si indigna”?
IO m’indigno.
Questa donna forse sa qualcosa che non ha detto, forse ha coperto il marito o la figlia, ma non credo sia colpevole di omicidio volontario. Sabrina, mesi prima della morte di Sarah, aveva confidato all’ “amico” Ivano che i suoi non si sopportavano più, che regolarmente volavano piatti e stoviglie e che lei stessa più volte si era messa in mezzo ai genitori per evitare che i litigi degenerassero (l’ho visto ieri a Quarto Grado in cui hanno reso noti gli sms che i due amici si scambiavano: alla faccia del segreto istruttorio!). Ti pare che Michele Misseri accusasse la figlia e salvasse la moglie che, se arrestata per omicidio, si sarebbe tolto dai piedi al più presto? Io non lo credo, anzi, avrebbe fatto di tutto, anche per ripicca, per coinvolgere Cosima.
Secondo me questo sarà un altro “caso Garlasco”: ci sono prove? No. Solo indizi. Il cellulare di Cosima probabilmente stava nel garage al momento del delitto. E con questo? Un cellulare non è un pace maker che “viaggia” insieme al possessore. Mi stupisco della superficialità dell’investigazione, a meno che ci sia altro che ancora non è trapelato.
Comune sia, dei mostri in prima pagina ne abbiamo piene le tasche. I processi mediatici portano tanto dolore alle famiglie (pensa al marito di Melania Rea che pare essere il maggiore indiziato: e se poi risultasse estraneo ai fatti?), agli amici, agli stessi concittadini dei presunti “mostri”. Purtoppo i giornalisti – e l’opinione pubblica influenzata dal media – dimenticano che, qualsiasi sia il reato contestato, si è innocenti fino a prova contraria.
Meno male che almeno una che si indigna c’è.
Sono uno dei pochi che non ha seguito le vicende del o dei mostri di Sarah Scazzi, né degli altri mostri, ma queste immagini le trovo INSOPPORTABILI !!
D’accordo con Marisa:”dei mostri in prima pagina ne abbiamo piene le tasche”. Purtroppo sempre di più, quando accade qualcosa di “tragico” i giornalisti (quei giornalisti) gongolano e il popolo assorbe goduto.
Non seguo questi casi. Ciao.
Meglio “bermuda” con giacca e cravatta!
Anche quelli, però, qualche riflessione la meritano. 🙂
Per favore non tralasciare i risvolti politici! Lascia che Vincenzo si incazzi! Anche noi ci incazziamo.