
«Non è più il Wimbledon di una volta»
Così titola un divertente articolo di Gaia Piccardi per il Corriere di oggi. Dice:
Una volta, a Wimbledon si entrava come in chiesa: con rispetto, eleganza, timore reverenziale.
Invece la bielorussa Victoria Azarenka, semifinalista contro la Kvitova, scende in campo con le cuffiette per la musica nelle orecchie e masticando chewingum, Venus Williams si presenta con un vestitino (da lei disegnato..) improbabile (“sembra che sia caduta dentro il cesto della biancheria sporca” ha scritto il Mail) e l’americana Bethanie Mattek-Sands
non si è smentita: tatuaggi, segni neri da giocatrice di football sotto gli occhi e calzettoni da calcio anche nel Tempio
E non è finita qui. Oggi le tenniste tirano l’asciugamano ai raccattapalle anziché porgerlo con educazione come si usava una volta. Non si lavano i capelli tra un match e l’altro. Si siedono a gambe larghe al cambio di campo. Urlano come scaricatrici di porto: per arginare la Azarenka e non farsi perforare le orecchie, i telecronisti della Bbc hanno chiesto dei filtri speciali per i rumori del campo! E sputano come lama.
Già, le donne! Ma non hanno solo tutto da rimetterci in questa loro continua rincorsa alla ricerca dell’apparire e del successo ad ogni costo?
Questo l’articolo (link), e le foto (della Williams) e (della Mattek-Sands)
L’educazione è troppo importante… e non solo a Wimbledon!
L’educazione può essere quasi sinonimo di rispetto.
Ciao.
L’educazione, questa ormai quasi del tutto sconosciuta……