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Signor franco…Ogni volta che leggo un suo articolo mi trovo sempre d accordo con lei…E anche questa volta non potrebbe essere altrimenti…Capisco che si possa apprezzare le doti canore di questa donna ma, veramente non capisco il motivo per il quale tanti giovani si dispiacciano per la sua morte…Non è un esempio da prendere nè tantomeno provo compassione per una morte provocata con le proprie mani. Interi articoli,servizi dedicati alla sua scomparsa quando sabato sono state stroncate 90 vite di giovani che amavano la vita,90 vite piene di gioia e voglia per il futuro…Lei era un artista,aveva il potere di incantare con la sua voce ma, cm al solito chi ha tanto vuole e cerca sempre altro…La sua vita è stata stroncata da alcool e droga…Una fine prevedibile!!!Non provo minimamente compassione per la sua morte nonostante sia un essere umano…Non provo compassione per nessuno che si toglie la vita da solo…
Cara Elena,
Tu sei nata il 29 di Giugno, io il 30, ma di oltre due generazioni fa. Sarà per questo che mi fa tanto piacere sapere che mi leggi e spesso condividi i miei pensieri. Non voglio che tu sia sempre d’accordo con me, mi basta pensare che ti faccio riflettere.
In questo caso credo proprio che si sia data troppa enfasi al mito della ‘cantante maledetta’ giustificando aspetti della sua vita che non possono che essere di cattivo esempio per molti ragazzi nella difficile fase della loro fragile adolescenza.
E hai ragione tu: ci sono ben altre situazioni e altri fatti di cui commuoversi.
PS. Ti seguo ogni giorno su Facebook, sei una ventata d’aria fresca. E non chiamarmi ‘signor’ mi fai sentire troppo lontano.
“cantante maledetta” perchè l ha sempre voluto lei…Bastava fare una vita sana ed essere solo un artista “normale” ma,ha scelto una vita dove era difficile trovare una via di uscita…”Cantante maledetta “poteva essere mia martini “uccisa” dagli sterotipi che le avevano cucito addosso!!!
Non è questione di generazioni ma di ideali,obiettivi e cultura…Che a molti non solo giovani manca…
Grazie per seguirmi su facebook e di trovarmi una ventata d aria fresca!!!
E’ quello un mondo crudele e spietato, dove aver successo come ‘artista normale’ credo che sia oggi quasi impossibile e tutti, chi più chi meno, soprattutto se di puri interpreti stratta, si cuciono, o si lasciano cucire, addosso un vestito di circostanza che spesso diventa più pesante di una corazza.
E questa è, forse, la spiegazione di tanti sballi e tanti drammi. Non però anche la loro giustificazione, né, tanto meno, la ragione per far di una povera vita un mito.
La sua vita non sarà stata esemplare ma la sua morte lo è di certo. Tanti giovani che l’hanno seguita nella sua carriera ora staranno riflettendo sul fatto che i soldi e la fama non servono a nulla se si muore a 27 anni e che la droga e l’alcool portano alla morte anche a 27 anni, un’età in cui la maggior parte dei ragazzi sono convinti di essere immortali.
Detto ciò, non capisco come si possa rimanere indifferenti di fronte ad una morte prematura. La solidarietà umana si manifesta anche nel compatire chi ha vissuto nell’infelicità. Un drogato non avrà un esempio da seguire ma di certo non può essere considerato la feccia umana che “anche se muore, uno in meno ed il mondo è più pulito”.
Quanto al mito, si sa che molti, proprio per la loro vita trasgressiva (pensiamo a James Dean, Marilyn Monroe, Elvis Presley, Michael Jackson …), sono diventati dei miti. Questo non significa condividere il loro stile di vita né ritenere che siano degli esempi da seguire. Belli e maledetti, bravi e maledetti … è sempre stato così e non vedo il motivo per cui per Amy Winehouse debba essere diverso.
Mi stupisco delle affermazioni di Elena: «Non provo minimamente compassione per la sua morte nonostante sia un essere umano … Non provo compassione per chi si toglie la vita da solo». Questo è un esempio da non seguire.
Non concordo Marisa. Quella morte non ha nulla di esemplare, al contrario: non credo che i giovani abbiano bisogno di questi esempi per riflettere sui danni di alcool e droga, basta, purtroppo, che si guardino intorno. Dal fatto, invece, che si tenda a giustificare quegli eccessi, molti invece, cadranno nella trappola del così si diventa un mito e del tanto a me non capiterà.
Un conto è apprezzare l’artista e piangerne la scomparsa, altro conto è far della sua vita un mito. Così come, del pari, è certamente sbagliato considerare feccia umana un povero drogato.
Con questo, di miti da sballo credo proprio che non ne abbiamo bisogno e, se devo dirla tutta, non capisco nemmeno quelli del passato, se non per alcuni di loro: quelli che artisticamente hanno segnato un’epoca.
Non so se Elena ti vorrà rispondere, ma tu sai che i giovani nei loro giudizi sono on/off ed Elena ha vent’anni: e credo, per quel poco che la conosco, che in quel suo non provar compassione per chi si toglie la vita non ci sia alcun senso di disprezzo e nemmeno di totale indifferenza. Solo disapprovazione.
Credo che non si dovrebbe mai giudicare un suicida.
Non sappiamo nulla delle sofferenze che possono aver condotto a quel gesto estremo. Certamente una disperazione immensa.
Solo tanta pietà.
Vincenzo
Sì, certo. Non si deve mai giudicare, ma nemmeno mitizzare. E provar, comunque, pietà.
@ Marisa ed Elena
Visto che l’argomento mi pare di vostro interesse, Vi segnalo due articoli con posizioni molto distanti tra di loro.
Il primo è questo: “Retorica e buonismo per una star morta di droga e alcol” di Maurizio Caverzan per Il Giornale. Inizia così:
Lo trovate qui: (LINK)
Il secondo è questo: “Amy, hai perso la sfida col dolore” di Edoardo Nesi, scrittore, vincitore del premio Strega 2011, per La Stampa. Termina così:
Lo trovate qui: (LINK)
Ho conosciuto la voce di questa cantante dopo la morte. Non ho seguito molto ma non credevo fosse un “vero” suicidio. Certo, per una fanciulla che a 27 anni ha tutto, bisogna proprio pensare che ci sia stato un grave disagio. Chissà se qualcuno avrà cercato di aiutarla? Non mi fa pena. Mi fa solo pensare che avrebbe potuto vivere meglio se avesse ascoltato un po’ di più il “bello” che la circondava.
Sa Marisa sta parlando con una ragazza di 20anni che la battaglia con la vita l ha voluta vincere a tutti i costi e quando hai lottato per prenderti quello che dovrebbe essere scontato credo che determinate cose appaiono inaccettabili…Mi sono trovata tante volte a parlare di questo argomento e spesso con molti giovani mi sono trovata in disaccordo…Alcool e droga:Sono sinonimo di MORTE!!!Una cosa è bere un bicchiere di sabato sera e una cosa e cadere nell assuefazione…Una cosa è fumare sigarette,un’ altra e drogarsi…A volte so di essere abbastanza dura ma,non potrò mai non esserlo con chi la vita l ha rovinata con le proprie mani…Non riesco neanche a trovare un motivo per seguire questi artisti che si presentano su un palco drogati e completamenti ubriachi…Sarà che i miei modelli sono altri…Sarà che seguo altri “generi” di ragazzi “puliti”…Forse avrò sbagliato a dire “nonostante sia un essere umano”…Ma ripeto era una ragazza di 27anni che poteva decidere di VIVERE ma ha scelto da sola,con le proprie mai la strada della MORTE…E credo he non ci sia cosa più disgustosa per chi lotta ogni giorno per VIVERE!!!
Chiarisco che, complice anche la mia età (ho due figli più “vecchi” di te) non ero una fan della Winehouse anche se ne ho apprezzato la voce e l’interpretazione, almeno dei brani più noti. Per me non è stata né sarà mai un mito.
Il mio discorso è un altro: la caritas, cristiana o meno, dovrebbe essere una dote naturale, specialmente se si ha avuto una certa educazione. Quando la si possiede, non si pensa che altri ragazzi sono meno fortunati eppure lottano per vivere e non si rovinano la vita con droga e alcool. Io sono una madre di famiglia e fin dall’adolescenza sono stata contraria alla droga e ho sempre bevuto poco, fino a quando non sono diventata astemia. Ma ho incontrato persone che hanno avuto problemi in quel senso e le ho aiutate, nel limite del possibile. Non ho mai pensato: io non mi drogo e non bevo, sono una ragazza di vent’anni che si è guadagnata quello che ha e che ama la vita proprio perché vivere è anche lottare. E sulla base di questo pensiero, non mi sono girata dall’altra parte e non ho pensato che altri, meno equilibrati e sani di me, hanno deciso di autodistruggersi e, quindi, peggio per loro, si arrangino. E soprattutto ho sempre provato molta pena per il dolore altrui, anche se quel dolore è stato procurato più o meno coscientemente.
Chi lotta ogni giorno per vivere non deve provare disgusto per chi con le proprie mani si scava la fossa. Solo compassione e, come dice anche Vincenzo, mai giudicare.
P.S. x quarchedundepegi
Non si sa se si sia suicidata o meno. Quello che è certo, si è avviata verso l’autodistruzione e nessuno l’ha fermata, forse perché non ha mai voluto essere fermata. (leggi, se vuoi, le parole della canzone “Rehab”)
ELENA SEI TU UN MITO DA SEGUIRE!!!!!!!!!!!!! SEI GRANDEEEEEE SEI UN ESEMPIO PER I RAGAZZZI CHE TI LEGGONO!!!!! LA VITA E TROPPO PREZIOSA OGNI MOMENTO DELLA GIORNATA , E VA APPREZZATA AMATA COME FAI TU ! VINCENZO HA RAGIONE CHE NON DOBBIAMO CRITICARE CHI USA GESTI ESTREMI , SICURAMENTE DENTRO DI SE’ UN VUOTO IMMENSO .