Esibir la “patatona” per generosità

Non entro nel merito dei giudizi critici che, a Venezia,  hanno colpito a suon di fischi «Un été brûlant», il film di Philippe Garrel con la Monica Bellucci. Non ne ho la competenze, non l’ho visto e credo che nemmeno lo andrò a vedere.

Mi soffermo un attimo su quel che attrice e regista hanno detto nelle interviste a proposito della più annunciata delle scene del film, quella del nudo della quarantasettenne Monica.

Lui si è sentito in dovere di paragonarsi a Courbet e alla sua celebre Origine del mondo (link), anche se lei appare solo nuda sdraiata sul letto con la gamba pudicamente piegata a nascondere quello che il celebre dipinto metteva in primo piano.

Lei ha parlato di “un gesto generoso” dicendo “Mi sono fidata completamente di lui, lui è un artista che ha un universo unico. E’ stato un momento di abbandono, era anche un periodo difficile per me, avevo partorito da un mese e mezzo, ma mi sono sentita rispettata e protetta perché lui ama i suoi attori. E, comunque, quando si accetta di lavorare con un regista ci si affida totalmente”.

Mi pare che entrambi abbondino di antica ipocrisia.

Si vuol lanciare un film puntando sul richiamo della messa in mostra di una bella patatona? E perché no? Non sarà mica l’ultimo.

Ma senza retorica.

Così, lui lasci perdere Coubet, e lei lasci perdere il vecchio cliché delle donne che la danno per generosità, che si affidano all’uomo indotte da un momento di debolezza (ammesso che ne esistano ancora).

In un altro momento, avrebbe forse rifiutato  quel film e quella scena?