“E intanto la Fiat si porta avanti col lavoro”
Il Lingotto non aspetta i tempi dei tecnocrati, e liberalizza il mercato del lavoro da sé
Nella lettera l’azienda si rende comunque disponibile “a promuovere incontri per finalizzare e valutare le conseguenze del recesso” e eventualmente a “predisporre nuove intese collettive”.
Ecco il testo integrale della lettera: “In vista di un riassetto e di una armonizzazione delle discipline contrattuali collettive aziendali e territoriali che si sono succedute nel tempo e nell’ottica di renderle coerenti e compatibili con condizioni di competitività ed efficienza vi comunichiamo il recesso a far data dal 1 gennaio 2012 da tutti i contratti applicati nel gruppo Fiat e da tutti gli altri contratti e accordi collettivi aziendali e territoriali vigenti, compresi quelli che comprendono una clausola di rinnovo alla scadenza – per i quali la presente vale anche come espressa disdetta – nonché da ogni altro impegno derivante da prassi collettive in atto. Al riguardo riportiamo a titolo esemplificativo ma non esaustivo, in calce alla presente, gli estremi delle principali intese sopra citate. Saranno promossi incontri finalizzati a valutare le conseguenze del recesso ed eventualmente alla predisposizione di nuove intese collettive aventi ad oggetto le tematiche sindacali e del lavoro di rilievo aziendale con l’obiettivo di assicurare trattamenti individuali complessivamente analoghi o migliorativi rispetto alle precedenti normative”.
Così Il Foglio.it titola e commenta l’iniziativa Fiat che evidentemente poco si fida delle buone intenzioni del nuovo Governo, in materia di lavoro . Possiamo darle torto?