Alessandro Cannavò tesse, giustamente, le lodi di Fabio Conti, allenatore della squadra femminile di pallanuoto che ha conquistato ieri il titolo europeo in questo sport, con un articolo per Il Corriere che titola: “Uomini che sanno scoprire le donne” (link).
In particolare dice: « Conti è riuscito a ricostruire in poco più di un anno l’orgoglio e la grinta di una squadra che viveva ormai da troppo tempo di nostalgia per la gloria perduta. Studioso, programmatore, schivo al protagonismo, severo al punto giusto».
E a domanda: «Può dunque esserci agli occhi delle donne un modello diverso dal “capo” despota o narciso, distratto o insensibile, bambinone o seduttore?»
Risponde: «Direi di sì e probabilmente quando ciò si verifica sono loro le prime a riconoscere che lo straordinario (e ancora in parte non rivelato) potenziale femminile nel lavoro può essere messo in luce proprio dall’altro sesso. Uomini che sanno scoprire le donne. Nel senso più profondo».
Molto spesso mi sono chiesto per quale ragione le donne dello sport sono guidate e allenate da uomini, sia per gli sport di squadra, sia per quelli individuali.
Come mai? Voi che ne dite? Dev’essere per forza un uomo quello che esalta il potenziale femminile nel campo dello sport? Verrà mai il giorno nel quale sarà vero l’inverso, e cioè che sarà una donna ad esaltare il potenziale sportivo di un maschietto?
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.