Due articoli di Giampaolo Pansa

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Picture of Giampaolo Pansa Italiano: Foto di Giampaolo Pansa (Photo credit: Wikipedia)

Vi propongo oggi due articoli di Giampaolo Pansa, per Libero del 28 e 29 aprile.

Il primo (link) titola “Così l’Anpi si è fregata la Resistenza” e dice:

È importante celebrare il 25 Aprile come una festa che appartiene a tutti? Forse sì, anche se quella data evoca in tanti italiani ricordi luttuosi. Ammesso che sia importante, è giusto che il celebrante sia l’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia? Forse no, perché una festa che dovrebbe essere di tutti non può avere come protagonista un club politico  veterocomunista, travestito da sodalizio di reduci. Eppure, in occasione di quest’ultimo 25 aprile, molte tv e gran parte della stampa hanno continuato a rifilarci una sbronza di Anpi, Anpi, Anpi. Senza spiegarci di chi parlavano e dimenticando la sua storia. 

E Pansa ci da la sua lettura di una pagina della nostra storia, che molti di noi non hanno vissuto o non ricordano. Non corre buon sangue tra lui  e l’Anpi, ma l’articolo val la pena di essere letto.

Il secondo (link) titola “La Casta ha paura di Grillo ma il vero pericolo sono gli anti-Monti” ed è storia dei giorni nostri. Nella prima parte Pansa commenta la paura della Casta per la crescita dei grillini paventando un ipotetico arrivo di grilletti e dice:

Per questo non capisco le follie che mettono in mostra i partiti dopo la discesa in campo di Grillo. La casta sembra in preda al terrore. Pensa che il comico genovese sia il ferro di lancia dell’antipolitica. Senza rendersi conto che se il rifiuto dei partiti vincerà, non sarà lui a trarne il vantaggio più grande. Vogliamo dirla tutta? Ogni volta che un sistema parlamentare è andato in tilt per i propri errori, al potere non sono arrivati i teatranti, bensì i militari. È accaduto così in Grecia, in Argentina, in Cile. Al posto di comici che sparano contumelie sarcastiche, il pallino è andato nelle mani di gente che sparava pallottole. Tutti i sistemi autoritari si reggono su cataste di cadaveri. Ci ricordiamo quel che accadde con il comunismo totalitario di Lenin e di Stalin? E con il nazismo di Hitler e il fascismo di Mussolini? 

Poi conferma la sua stima per il governo Monti, lo difende contro chi lo attacca e ne vorrebbe la caduta, sulla base di queste tre sue verità:

La prima è che Monti e quanti lo affiancano sono dei volontari, identici ai giovani della Protezione civile. Potevano restarsene a casa per seguitare a occuparsi delle loro professioni, ben più lucrose.  

La seconda verità è che i tecnici debbono lavorare ogni giorno tentando di schivare le trappole tese dai partiti, già stanchi di appoggiarli. Leggo di tentativi assurdi per arrivare a un’elezione anticipata in ottobre. Un apprendista stregone che mira a questo risultato è un superstite della vecchia partitocrazia, un fantasma del calibro di Massimo D’Alema.   

Ma la trappola più insidiosa è sostenere che il governo Monti abbia esaurito la propria missione. Il sottoscritto la pensa nel modo opposto. E qui siamo alla terza verità che sta sotto gli occhi di tutti. È molto amara e per niente facile da accettare. L’Italia non è affatto guarita. Anzi, resterà malata ancora per parecchio tempo. Ci aspettano anni di grande difficoltà. Con una crescita molto lenta e tanta cinghia tirata. Il prezzo più alto lo pagherà chi possiede di meno. Ma pure chi possiede qualcosa, frutto del proprio lavoro, dovrà vedersela con demagoghi assai più robusti del comico Grillo. 

Se è questa l’aria che tirerà, risulta privo di senso e molto pericoloso il lavorio per sopprimere il governo Monti. Chi potrebbe prendere il suo posto e muoversi con l’indispensabile rigore? Per il momento nessuno lo sa. L’Italia è un piccolo vascello che naviga in un mare tempestoso tra banchi di nebbia fitta. Speriamo di non sbattere contro uno scoglio invisibile, capace di mandarci a picco.

Concordo, ma temo che quel che il governo Monti ha fino ad ora fatto, o ha potuto fare, per di più spesso menando eccessivo vanto, sia troppo poco e troppo orientato su misure depressive. Ben lontano da quel che ci servirebbe per stimolare una vera crescita dell’economia. E quel che mi terrorizza è che non vedo chi potrebbe far di più e meglio. Che si stia andando veramente verso una stagione di grilletti? 

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