(foto da: Panorama)
“L’arte di ascoltare i battiti del cuore”, di Jan-Philipp Sendker (2009, Neri Pozza)
«Perché dubita dell’amore di suo padre?»
«Lui ci ha abbandonato».
«L’amore ha tante forme differenti, Julia, tanti volti, che la nostra fantasia non basterebbe a immaginarli tutti. La difficoltà sta nel riconoscerlo quando ce l’abbiamo davanti».
«E perché poi dovrebbe essere così difficile?»
«Perché vediamo solo quello che conosciamo. Siamo convinti che gli altri siano capaci di fare solamente ciò che sappiamo fare anche noi, nel bene e nel male. Per questo riconosciamo come amore solo quello che corrisponde all’immagine che ne abbiamo. Vogliamo essere amati come amiamo noi. Ogni altro modo ci è estraneo, lo guardiamo con dubbio e sfiducia, ne fraintendiamo i segni, non capiamo la sua lingua. Accusiamo. Affermiamo che l’altro non ci ama. E invece forse ci ama in un modo tutto suo, che noi non conosciamo».
E’ questo uno dei passaggi chiave di questo romanzo; un vero e proprio inno all’amore. Tenero, dolce, delicato, mai sdolcinato. Coinvolgente, commovente, ma mai “strappalacrime”.
Julia Win è una ventiquattrenne newyorchese. Il padre, Tin Win, arrivato negli Stati Uniti dalla Birmania molti anni prima, e qui divenuto avvocato di grido, è scomparso da quattro anni.
La madre di Julia, riordinando la soffitta, ha trovato una lettera del padre indirizzata a una certa Mi Mi, di Kalaw – Birmania, che così comincia: “Mia amata Mi Mi, sono passati cinquemilaottocentosessantaquattro giorni da quando ho sentito battere il tuo cuore per l’ultima volta“.
Julia ne è sconvolta. Il desiderio di scoprire i segreti del padre e di ritrovarlo, la spinge a partire immediatamente per Kalaw, una piccola città annidata tra le montagne birmane, dove il vecchio U Ba le svelerà una dolcissima, toccante storia.
Io non amo troppo i romanzi d’amore: questo sì.
Alcuni momenti del racconto sono poco credibili, altri risentono di un salto di cultura tra la nostra e quella orientale, ma è bello credere se questo ci fa riflettere e sognare.
Dice U May, vecchio saggio monaco buddista: “La ricchezza di un uomo sono i pensieri del suo cuore”.
Mio gradimento ****/*****.
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(Questo il mio precedente post e questa la pagina dei libri letti)
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
credo sia il libro che in assoluto mi è piaciuto di più in questo periodo!mi fa piacere che sia piaciuto anche a te.Ora mi sto cimentando con Wulf Dorn il superstite da te consigliato e spero di trovare (pare introvabile) La settima onda perchè anche Le ho mai parlato del vento del nord mi era piaciuto assai……
Che piacere leggerti e condividere le opinioni. La settima onda è sulla stessa linea di Le ho mai parlato del vento del nord; de Il superstite mi dirai quando l’avrai finito.
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Un libro bellissimo, meraviglioso, che ti prende il cuore e quando lo finisci vorresti tornare a riviverlo. Grazie per il consiglio, davvero un libro splendido. 🙂
Sì, sono contento che ti sia piaciuto. E’ uno dei miei top.
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