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Mi riferisco alle tasse, alle quali l’amica Diemme dedica questo interessante post:
Lo spiega sostenendo che le pagherebbe volentieri se fossero ben utilizzate.
Invece NO. Sono TROPPE e TROPPO ELEVATE. Deprimono i consumi, deprimono gli investimenti e bloccano l’economia.
In particolare, non vorrei proprio pagare l’IMU, che massacra gli investimenti immobiliari, frutto di tanti anni di risparmi delle famiglie, deprime il mercato delle nuove costruzioni e fa perdere migliaia di ore e posti di lavoro.
Vi propongo su questo tema, un bell’articolo di Piero Ostellino, apparso sul Corriere di Domenica scorsa.
“Una discutibile polpetta avvelenata”
E’ indecente — ripeto: indecente — che la maggioranza della classe politica e gran parte dei media abbiano liquidato la (discutibile?) idea di Berlusconi di eliminare l’Imu, e di restituire i soldi a chi l’ha pagata, come una (ignobile?) manovra elettoralistica; senza spendere una sola parola sul problema che la sottende: l’eccesso di spesa pubblica e la conseguente alta fiscalità, trattati come ineluttabili “fatti naturali” (la morte, i nubifragi, i terremoti).
Presidente Monti, mi spiega perché l’idea berlusconiana— discutibile quanto si vuole; lo lasci dire a me che, non essendo proprietario di un immobile, non ho pagato l’Imu, non me ne aspetto la restituzione e manco voterò Berlusconi — sarebbe “una polpetta avvelenata”? Avvelenata per gli elettori? Le ha risposto l’ex senatore Pd, Gianfranco Pasquino, una fonte non sospetta di berlusconismo: “Lasci decidere gli italiani”. Se c’e una polpetta che ha avvelenato l’Italia questa — lo dice anche la Corte dei Conti — è la sua politica fiscale; che ha gettato un Paese già malato nella recessione economica.
Signori del Parlamento e del governo, l’eccesso di spesa pubblica e l’oppressiva fiscalità non sono “fatti naturali”. Dipendono da voi.
Poiché non avete neppure la decenza di discutere su “che fare” per ridurle, mi auguro che gli italiani ve lo ricordino alle prossime elezioni…
Ora, pero, dopo averle aumentate a dismisura, il capo del governo dice che è venuto il momento di ridurre le tasse. E’ una buona idea. Non dirò, perciò, che è una manovra elettoralistica.
Mi chiedo, però, che senso abbia avuto aumentarle per, poi, come se si fosse trattato di un nubifragio, annunciare l’intenzione di aprire l’ombrello…
Se alla fine del 2011, col debito al 120 per cento del Pil, c’era il rischio—ci è stato detto—che non si potessero pagare gli stipendi agli statali, come mai, ora, col debito a oltre il 127, non solo è possibile pagarli, ma sarebbe addirittura possibile diminuire le tasse? Attraverso lo Stato di polizia fiscale si sta portando l’Italia alla dittatura. A chi lo ignorasse ricordo un fatto di cui nessuno ha parlato. Il decreto sul Redditometro — che prevede l’indagine fiscale, a partire dal 2009, sulla discrepanza fra tenore di vita e dichiarazione dei redditi—può dare adito, se la differenza supera una certa cifra, anche all’azione penale. Che diventa retroattiva.
Persino il fascismo, per i cosiddetti reati politici, aveva creato dei “tribunali speciali”, sollevando la magistratura ordinaria dalla incombenza di occuparsene. Lei, presidente Monti, che intenzioni ha a proposito della suddetta mostruosità giuridica? Lascerà al dottor Befera il compito di violare il principio di non retroattività della sanzione penale, presente in ogni Ordinamento civile, ripristinando, nell’Italia nata dalla Resistenza, una versione fiscal-burocratico-amministrativa della sconfitta dittatura?
Caro Bersani, anche lei, se c’e, batta un colpo…
Quoto in toto l’intervento di Ostellino e le tue osservazioni sulla crisi immobiliare che determina, ahimè (e tu lo sai perché quando scrivo ahimè, mi riferisco proprio a me), anche la crisi dell’edilizia e la perdita di migliaia di posti di lavoro.
Sinceramente sono stufa di questa campagna elettorale fatta di insulti reciproci, dove ogni promessa è un debito, nel vero senso della parola, perché ne abbiamo talmente tanti che pensare anche solo di eliminarne un po’ è pura utopia. Almeno finché non si metteranno in discussione gli stipendi stratosferici cui i politici sembra non vogliano rinunciare, compresi tutti i privilegi della casta.
Andremo al voto con il vecchio sistema che nemmeno Monti (il riformista dei miei stivali) è stato in grado di cambiare. Ogni proposta di dimezzamento del numero dei parlamentari è miseramente naufragata quindi, anche nel caso in cui si giunga all’unica saggia decisione che potrebbe portare ad una diminuzione delle tasse, se ne riparlerebbe con la prossima legislatura. Ogni proposta di patrimoniale è stata rigettata però è stata partorita la bella idea del redditometro che, secondo me, non colpirà mai i superevasori ma metterà nella rete solo i pesci piccoli.
Non continuo perché sai che non mi piace parlare di politica ma sono troppo arrabbiata.
Tocchi dei tasti assai dolenti che condivido e meriterebbero ampio spazio. Per ovvi motivi mi limiterò a qualche sintetico commento.
La nostra è un’economia malata che avrebbe necessità di una grande iniezione di fiducia. Colpire il risparmio e le proprietà immobiliari con tassazioni assurde significa svalutare e togliere risorse dal mercato e far solo venir la voglia di investire e portare capitali all’estero.
Non essere stati capaci di contenere i costi stratosferici della politica ha accresciuto ulteriormente il già grave clima di sfiducia nelle istituzioni demandate a governarci.
Le tasse: l’unica proposta seria, per ora, è quella di Berlusconi, che peraltro serio non è, per l’IMU. Tutti gli altri fanno promesse molto vaghe, soprattutto di redistribuzione e la patrimoniale è tutt’altro che accantonata. E non può essere diversamente perché nessuno parla di tagliare la spesa pubblica e i programmi che presentano (leggi ad esempio il salario minimo garantito per tutti) richiederanno fondi che da qualche parte bisognerà ben trovare.
La lotta all’evasione la propongono tutti, ma è una di quelle cose che riempiono la bocca, ma tengono vuoto lo stomaco. Non è certo il redditometro la soluzione del problema e fin quando esisterà la mafia esisterà la grande evasione.
Concludendo: hai tutte le ragioni per essere arrabbiata e dopo questa mia lo sarai anche un po’ di più.
No, non sono più arrabbiata di prima! 🙂
Condivisibili tutti i tuoi ragionamenti. Aggiungo che bisognerebbe anche rivedere la riforma delle pensioni che, però, non mi risulta essere argomento di discussione, in questa fase di imbonimento pre-elettorale, dei nostri politici, tranne forse Bersani ma solo relativamente alla questione degli esodati, che in qualche modo bisognerà risolvere (ah, i pasticci della Fornero!). Il mercato del lavoro sarà sempre più saturo con l’elevazione dell’età pensionabile; mi pare che Monti abbia previsto un innalzamento a 70 anni … sarebbe giusto per i nuovi assunti, visto che prima di avere uno straccio di lavoro bisogna aspettare 30 anni, ma non per chi ha iniziato a 20 o anche prima.
Come hai detto tu il discorso sarebbe lungo. Accontentiamoci di questi modesti sfoghi. 😉
Più si allunga l’età pensionabile e più restano senza lavoro i giovani… Anche questo è un problema. Anche qui, mi spiace dirlo, ma l’unica proposta comprensibile è quella di Berlusconi (no contributi e no tasse per i nuovi assunti).
Ma sì, accontentiamoci del diritto al mugugno 🙂
provo a riflettere su tutte queste domande…
almeno arriverò a votare sapendo di che male morirò.
lella
LEGGO E RILEGGOO ATTENTAMENTE , E DICO;;;;A CHE SERVONO LE ELEZIONI??? SE QUESTI HANNO GIA’ DECISO CHE A PAGARE COMUNQUE SIAMO SEMPRE NOIIIIII, SAPETE CHE VI DICO: VOTO DI PROTESTAAAAAAAAAAAAAAAA FINO ALLA MORTE
Serve a poco il voto di protesta, ma non ti posso dar tutti i torti.
Te ne porrò altre, se possono esserti utili. Leggi il commento di Marisa, ad esempio.
lettura attenta, passo al mugugno collettivo anche se serve a poco immagino, la vedo buia cmq e la mancanza di fiducia in chi dovrà governarci non aiuta.
Più aumentano le tasse più diminuisce il potere d’acquisto del ceto sociale più esteso, il ceto medio se così possiamo chiamarlo e se esiste ancora…quel ceto medio che si arrampica sugli specchi per andare avanti in qualche modo, è un cane che si morde la coda e la ovvia soluzione non accennano ad avere il coraggio di prenderla, una seria riforma della loro casta sociale…ormai la politica non è più al servizio del bene comune, è come se fosse un’azienda da mantenere…
E poi la parola dittatura che inizia ad affiorare nelle menti…una dittatura economica…
Mi sembra una giusta lettura. A domani, buonanotte 🙂
notte…a domani 🙂
Si sa da sempre che “in campagna elettorale nessuno parla di tasse”!
In ogni caso, credo sia bene mantenere le cose ben distinte: una cosa è dire che l’IMU è ingiusta, un’altra è credere che Berlusconi la restituirà…
Berlusconi è inaffidabile, ma questa promessa credo proprio che, se vincesse, la manterrebbe.
Come ben sai nel nord-Europa (vedi ad esempio Norvegia) le tasse sono piuttosto alte, ma siccome i servizi funzionano perfettamente lo stato è in grado di portarti dalla culla alla tomba, garantendo quel equità sociale tipica di una democrazia.
Se così fosse pagherei volentieri le tasse.
Le pagherei più volentieri anch’io. Ma in questo momento ammazzano l’economia. E senza sviluppo economico restano solo le spese.
Ritengo, inoltre, iniqua l’IMU sulla prima casa, diverso è applicarla gradualmente dalla seconda in poi. L’IMU viene usata come spauracchio in modo che tutti guardino la pagliuzza senza accorgersi della trave. Solo un cambio di paradigma che ci consenta di uscire dalla negletta visione ego-istica, in cui ognuno guarda esclusivamente il proprio orticello, e ci proietti in una società alla cui base ci sia la cooperazione, la condivisione, la lealtà, potrà portare davvero un positivo cambiamento. Finché continuiamo a ragionare ponendo: “a me” davanti alle nostre frasi, non penso che andremo da nessuna parte..
Hai tutte le ragioni, ma non credo di aver mai detto “a me” e credo che tu stia parlando in generale. Posso concordare con te sull’IMU differenziata tra prime e seconde case e auspico anch’io cooperazione, condivisione e lealtà. Dove forse non siamo in sintonia è sulle priorità. Per me di gran lunga al primo posto viene lo sviluppo economico del Paese e la sua competitività nel contesto internazionale. A questo obiettivo devono ispirarsi tutti i provvedimenti da prendere dal mondo del lavoro, alla preparazione scolastica, al sistema di tassazione, alla gestione della giustizia, al contrastare efficacemente (non oso dire vincere) la mafia, alla burocrazia, alla spesa pubblica e chi più ne ha più ne metta). Senza sviluppo economico, parafrasando Giampaolo Pansa “eravamo poveri e torneremo poveri a mangiar polenta e coltello oppure pane e appetito”.
Si, parlavo generalizzando! E condivido quello che dici.
Sono, invece, di opinione diversa sul fatto che l’unica proposta seria, per ora, è quella di Berlusconi, sull’IMU.
Dissento sia per la proposta, troppo populista e semplice per quanto parzialmente utile, che e soprattutto per il proponente (assolutamente inaffidabile).
Da qui in avanti, se il gettito non riparte per crescita spontanea, e se il “recupero dell’evasione” (vera e/o presunta) con redditometri ed altre amenità segna il passo, accadono cose brutte, come (forse) potete immaginare. Per cui la restituzione dell’Imu sulla prima casa non credo proprio che toglierà i mali dal mondo e penso, come ho già detto prima, che sia fumo negli occhi rispetto ai veri problemi.
Ciao! 🙂
Speriamo di no.
Sono anch’io molto arrabbiata, molto arrabbiata, perchè non vedo nessuno di questi politici che parli seriamente e di ciò che veramente gli italiani si aspettano… sembra di essere allo stadio ad assistere ad una partita di calcio.
Il pallone però siamo noi e da ogni parte veniamo presi a calci.
Voglio aggiungere qualche aforisma sulla politica e sui politici:
“Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia” Otto Von Bismarck
“Dato che un politico non crede mai in ciò che dice, resta sorpreso quando gli altri ci credono”. C. De Gaulle
“Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti “. Ettore Petrolini
“Non sono le idee che mi spaventano, ma le facce che rappresentano queste idee.” Leo Longanesi
“Quasi sempre in politica il risultato è contrario alle previsioni.” Francois-Renè De Chateaubriand
“Molto spesso, col cambiare del Governo, per i poveri cambia solo il nome del padrone.” Fedro
“Da sempre in politica patrocinare la causa del povero è stato il mezzo più sicuro per arricchirsi.” Nicòlas Gòmez Dàvila
“La politica è la scienza dell’opportunismo e l’arte del compromesso.” Franz Liszt
“il politico in verità è un attore, a volte comico, a volte drammatico, ma sempre “Hypocritès” . ” Carl William Brown
“La politica è stata definita la seconda più antica professione del mondo, certe volte trovo che assomiglia molto alla prima.” Ronald Reagan
Buona giornata
eli
Saggi aforismi ! 🙂