Genio tennistico e ragazzo di insolente sregolatezza, racconta tutto di sé John McEnroe, il Super Brat (Super moccioso) che ha fatto la storia del tennis negli anni ’80. Con lui scrive come ghost writer James Kaplan, autore pluripremiato anche di altre biografie di personaggi famosi.
Chiunque sia nato tra gli anni quaranta e ottanta e abbia praticato un po’ di tennis, non può non aver seguito le gesta sportive di questo grande campione, alle quali hanno fatto spesso da corollario le sue sfuriate contro arbitri e giudici di sedia. La più famosa, quella di Wimbledon 1981, quando urlò in faccia al giudice che gli aveva chiamato una palla fuori: “You cannot be serious”, da il titolo a questo libro.
John McEnroe ripercorre tutti i momenti salienti delle molte sfide che hanno caratterizzato la sua vita tennistica: dagli esordi, ai primi successi, alla conquista del tetto del mondo, all’inevitabile declino, alla successiva attività quale commentatore televisivo e molto altro ancora. Ed è così che riviviamo con lui i grandi match contro Borg, Gerulaitis, Connors, Edberg, Lendl, Becker, Agassi e quanti gli hanno consentito di collezionare le 77 vittorie nei tornei di singolo e le 71 in quelli di doppio, che costituiscono il record ancora attuale per il maggior numero di vittorie nei grandi tornei, nonché le quattro vittorie degli Stati Uniti in Coppa Davis (1978, 1979, 1981 e 1982).
Parla di se stesso dicendo:
Rimango uno che gioca a rete Il mio stile e, ed e sempre stato, andare avanti, sempre avanti. Le mie aspettative su me stesso sono, come sempre, straordinariamente alte.
E ancora:
La domanda che gli intervistatori prima o poi mi fanno sempre è: ≪Come sei diventato quello che sei?≫ E questa invariabilmente e la mia risposta: ≪Sono di New York≫. Noi newyorchesi non abbiamo peli sulla lingua: imbottigliati nel traffico o per strada diciamo le cose come stanno, e non lo facciamo sottovoce
Ma forse del personaggio capiamo meglio i risvolti quando parlando della cerimonia del suo matrimonio con Tatum O’Neal dice:
Ci sposammo il 1° agosto del 1986 nella chiesa cattolica di St. Dominic, vicino alla mia casa di Oyster
Bay. Facemmo montare una tenda per permettere agli invitati di entrare in chiesa senza essere disturbati.
Non avevo nessuna intenzione di facilitare il lavoro dei paparazzi.
Quando uscimmo dalla chiesa, alcuni fotografi si misero a urlare: ≪Andiamo, sorridete, posate per
qualche foto. Siete felici, no? Forza!≫. Non ne avevo alcuna voglia. Non volevo che il mio stato d’animo
fosse di dominio pubblico. Forse mi sbagliavo. Ancora non lo so.
Alla fine acconsentimmo e ci mettemmo in posa: ci sono in giro foto di noi due novelli sposi davanti
alla chiesa. Mi dispiace averlo fatto: mi sentii costretto a esibire la mia felicita. Una situazione del tutto
ridicola, a pensarci bene. Odiai quei minuti con tutto me stesso.
I fotografi insistettero anche per fare una foto di gruppo con gli invitati e addirittura i passanti. Per me
fu un momento di doloroso imbarazzo. Non riesco a focalizzare bene il motivo. Perche non potevamo
starcene tranquilli in quello che sarebbe dovuto essere un momento gioioso?
Io desideravo che rimanesse un’occasione del tutto privata.
Come lo capisco, anch’io sono fatto così e avrei pensato nello stesso modo.
Ho letto “Non puoi essere SERIO” dopo “Open – La mia storia” di Andre Agassi (questo il mio post). Sono due grandi campioni che però si pongono in modo diverso: più problematico Andre Agassi, più determinato Jonh McEnroe. Dei due libri ho preferito “Open”, ma anche questo è interessante.
Mio gradimento ***
Memo:
I links del mio blog per i libri letti:
– I precedenti commenti
– La tabella di riepilogo.
– Le cinque stelline
Ho letto il libro su Agassi e mi è piaciuto moltissimo.
Sì, anche a me, ma anche questo non è male. A presto.
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