Sull’onda del successo della serie Rocco Shiavone in tv, Antonio Manzini ritorna nelle librerie con questo “La giostra dei criceti” che era già stato pubblicato dieci ani fa da Einaudi e conquista immediatamente le prime posizioni nelle classifiche delle vendite settimanali.
Dico subito che con Rocco Schiavone ha ben poco a che vedere e che per me è stato una grossa delusione.
Dice l’editore:
Con un ritmo implacabile, tra commedia, noir e thriller, una galleria di personaggi senza speranza intrecciano le loro esistenze in un girone infernale ambientato tra Tor Tre Teste e l’Agro pontino, specchio di un Paese che sembra avere perduto la nozione più elementare di umanità. Dagli alti burocrati che sognano un complotto delirante per risolvere drasticamente il problema delle pensioni, ai piccoli criminali presi in un meccanismo senza scampo, a un impiegato Inps che si crede un giustiziere, tutti cercano di fare la pelle all’altro, pur di fare un passo in più nella giostra dei criceti.
E in realtà tratta due storie. La prima di quattro balordi malavitosi della periferia romana, a cui se ne aggiungono via via altri, alle prese con un colpo in banca che ha fruttato una bella somma e che i quattro tirano ad accaparrarsi ciascuno per intero fregandosi l’un l’altro. La seconda è la storia di alcuni alti papaveri che per risolvere il problema pensionistico del nostro paese non trovano di meglio che eliminare fisicamente i pensionati.
Filo comune delle due vicende è il tentativo di rappresentare le storie in chiave grottesca. Le trame gialle, tuttavia, mal si addicono al grottesco e il ricorso al romanesco raramente aggiunge colore e non rende simpatico alcuno dei personaggi di questo libro.
Una sola stellina di mio gradimento (*), dunque, con l’augurio di ritornare presto ad una nuova avventura del nostro tenero e burbero vice questore dallo spinello facile.
Con tanti auguri di Buona Pasqua a tutti Voi.
Non mi aveva attirato e il tuo,giudizio mi conferma che….rimaniamo con Schiavone!
Sì, meglio 🙂