Due letture con un inizio invitante che però, poi, non mi hanno entusiasmato. Brutti voti, dunque, ma con l’età e con gli acciacchi si diventa sempre più esigenti e intransigenti.
“La bestia nera” di Elda Lanza – Salani (2017, 230 pag.) – inizia con una ragazzina che accusa Dick, il cane di Max Gilardi, di aver azzannato e ucciso un ragazzo in un cortile adiacente ad una strada in cui Max sta passeggiando con il suo cane. Pochi giorni dopo una bambina viene azzannata ed uccisa da un cane nel parco dove Max Gilardi è solito fare un po’ di jogging mattutino.
Dice la presentazione del libro: è casuale o proprio Gilardi è il fil rouge di una catena di omicidi che sembra collegare un losco faccendiere del porto di Napoli a una facoltosa e rispettabile famiglia borghese? Per smascherare il colpevole, gli toccherà riannodare vecchie vicende dei suoi primi processi, scartare false piste, affrontare i fantasmi della paura. Con Gilardi, anche noi restiamo impigliati nelle maglie di questo giallo, scritto da Elda Lanza con passione, eleganza e ironia.
Che devo dirvi? Io sono proprio rimasto impigliato nelle maglie troppo ingarbugliate di questo giallo. Leggo molte critiche positive da parte dei lettori ma io non riesco ad andare oltre le due stelline (**). Sarà colpa dell’età che fa brutti scherzi?
Non è andata meglio con “Il dubbio” di Maria Masella – Frilli (2004, 216 pag.)
Anche qui l’inizio è intrigante: un uomo è stato ucciso sulle alture di Genova: è il primo di una serie di delitti. Il commissario Mariani indaga ma è turbato da una vicenda privata: tra le carte si un tale suicidatosi nella vasca da bagno ha trovato una fotografia della moglie, Francesca. Ci possono essere infinite spiegazioni tranquillizzanti ma – dice – “riesco a pensare solo che lei, in qualche modo, sia coinvolta in una brutta storia”.
E, ovviamente non mancheranno i collegamenti fra le due storie, che, peraltro, si ingarbugliano e non poco. Molti hanno commentato: vicenda gialla complessa e intricata.
Io, lo confesso, mi ci sono perso e non è stata certamente d’aiuto una narrazione in prima persona che richiede una certa attenzione per distinguere i momenti di riflessione da quelli di dialogo. Due sole stelline (**) il mio gradimento personale.
E’ questo il primo libro che leggo di questa affermata scrittrice e “Il dubbio” è il secondo caso della lunga serie dedicata al commissario Mariani, ma evidentemente non sono stato fortunato. O, anche in questo caso è colpa dell’età?
per me il meglio Elda Lanza l’ha dato con il primo romanzo!
Masella :adoro Mariani quindi sono di parte! ho tutta la serie cartacea !
Può essere anche che l’abbia letto nel momento sbagliato. La figura di Mariani, in effetti, non è male. Mi riprometto di dargli una seconda chance. 🙂