Così l’editore:
«“Perché non vieni più?”. “Perché il vento cambia, Rocco. Io lo so. Anche tu lo sai”». Dice Antonio Manzini che i suoi romanzi li immagina, non semplicemente come una serie, ma come i «capitoli di un libro più grande» sul vicequestore Rocco Schiavone.
Ad ogni episodio, mentre fruga tipicamente svogliato e vigile nel freddo di Aosta, il vicequestore con le sue Clarks entra anche in un pezzo ignoto del suo passato. Di modo che il caso criminale diventa un passaggio esistenziale. Un affondo psicologico dentro di sé avvolto in un’inchiesta di polizia.
In Pulvis et umbra due trame si svolgono in parallelo. Ad Aosta si trova il cadavere di una trans. A Roma, in un campo verso la Pontina, due cani pastore annusano il cadavere di un uomo che porta addosso un foglietto scritto. L’indagine sul primo omicidio si smarrisce urtando contro identità nascoste ed esistenze oscurate. Il secondo lascia un cadavere che puzza di storie passate e di vendette. In entrambi Schiavone è messo in mezzo con la sua persona. E proprio quando il fantasma della moglie Marina comincia a ritirarsi, mentre l’agente Caterina Rispoli rivela un passato che chiede tenerezza e un ragazzino solitario risveglia sentimenti paterni inusitati, quando quindi la ruvida scorza con cui si protegge è sfidata da un po’ di umanità intorno, le indagini lo sospingono a lottare contro le sue ombre. Tenta di afferrarle e gli sembra che si trasformino in polvere. La polvere che lascia ogni tradimento.
Mio gradimento da tre a quattro stelline (***/****). Manzini è un asso della narrativa ma questa volta le storie non sono molto convincenti. Troppo romanesco, inoltre, per i miei gusti, sorry.
Azz e io che vedendo le troupe per Aosta pensavo fosse un grande libro… Per ora non posso dire la mia, ma lo leggerò sicuramente per la curiosità!
Non avendo trovato una sezione adatta, colgo l’occasione di farti i miei complimenti per l’organizzazione del blog, mi piacerebbe creare qualcosa del genere un giorno! E anche complimenti per l’organizzazione del tempo…. Ma come fai a leggere così tanto!?
Sean
Grazie per belle belle parole sul mio blog. Un tempo era molto più vivace, ma ero molto più vivace anch’io. Ora l’età e, soprattutto, gli acciacchi, mi mettono spesso in difficoltà. Scrivo praticamente solo più dei libri che ho letto e in modo molto sintetico. Forse troppo, ma è un mezzo per farmi sentire ancora vivo da chi mi vuol bene.
Ho visto il tuo blog. Bravo. Cerca di averne cura.
Buona giornata e buona settimana.
Io ho trovato quello che volevo… quindi sintetico ma efficace.. ti ringrazio per essere passato, farò del mio meglio.. 🙂 buona settimana a te!
🙂