Dalla quarta di copertina:
Brooklyn, ai giorni nostri. Durante una tempesta di neve, Richard Bowmaster, professore universitario spigoloso e riservato, tampona la macchina di Evelyn Ortega, una giovane donna emigrata illegalmente dal Guatemala. Quello che sembra solo un banale incidente prende tutt’altra piega quando Evelyn si presenta a casa del professore per chiedere aiuto. Smarrito, Richard si rivolge alla vicina, che conosce a malapena, Lucía Maraz, una matura donna cilena con una vita complicata alle spalle. Lucía, Evelyn e Richard, tre persone molto diverse tra loro, si ritrovano coinvolte in un thriller dalle conseguenze imprevedibili. Tre destini che Isabel Allende incrocia per dare vita a un romanzo mozzafiato e molto attuale sull’emigrazione e l’identità americana, le seconde opportunità e la speranza che, oltre l’inverno, ci aspetti sempre un’invincibile estate.
Per me, in breve:
Come thriller non è eccezionale (sarebbero tre stelline), ma il libro è piuttosto interessante come esempio di cosa significhi nascere dalla parte sbagliata in certi Paesi dell’America Latina. La storia di Evelyn, e non è la sola, è choccante e, credo, non unica nella realtà: Quattro stelline (****).
L’autore:
Isabel Allende (Lima, 2 agosto 1942) è una scrittrice cilena naturalizzata statunitense. È una delle autrici latinoamericane di maggior successo al mondo, con libri come La casa degli spiriti o La città delle bestie. Ha scritto molti romanzi basati sulle sue esperienze di vita, ma ha anche parlato delle vite di altre donne, unendo mito e realismo. Ha anche insegnato letteratura in vari college statunitensi. Vive dal 1989 in California e ha ottenuto la cittadinanza statunitense nel 2003. (Fonte: Wikipedia, dove potete trovare un’ampia biografia e l’elenco delle opere)