Di quei cinque in condotta, chi se ne frega

Cara Marisa

Rispondo al tuo post I 5 IN CONDOTTA AUMENTANO: I NUOVI PIERINI ALLA RISCOSSA

Tu ti stupisci per quei cinque di condotta e del fatto che sembrano non servire da deterrente.

Io no.

Purtroppo i mali della scuola vengono da lontano e oggi, tutta la scuola, è un bel carrozzone, che Dio solo sa se mai si rimetterà in quadro.

Sostanzialmente il problema è che ha sempre rincorso i tempi e non li ha mai saputi anticipare.

E’ stato così già ai miei tempi. Parlo degli anni ’50. Di colpo è stato il boom economico. Di colpo tutti “dovevano” studiare per avere quel pezzo di carta che poteva aprire le porte ad un impiego, lontano dalle catene di montaggio e dai pesanti lavori manuali.

Ma gli insegnanti non c’erano e la scuola, che stava diventando scuola di massa, non ha potuto che imbarcare un gran numero di “insegnanti di massa”. Dalle elementari, alle medie, alle scuole superiori e fino all’Università.

E siccome “tutti” avevano diritto “a non essere lasciati indietro” si è arrivati ad inventare i “6” e i “18” politici. Certo. Tutti avanti. Ma avanti come?

Poi sono arrivati i computer. La preparazione della scuola di fronte alle nuove prospettive? Zero. Abbiamo continuato ad insegnare per anni come se non esistessero. Oltre a tutto la manualistica era tutta in Inglese. Già, proprio in Inglese, questo sconosciuto.

Poi internet, ed anche qui, molti, ancor oggi, non sanno bene cosa sia e cosa farsene.

Parlo ovviamente degli insegnanti e dei programmi scolastici e delle riforme e controriforme che per anni hanno continuato ad imbarcare zavorra.

E siccome di zavorra è stato indispensabile, da una parte, e acchiappa voti, dall’altra, imbarcarne tanta, è stato necessario pagarla poco e farla lavorare un po’ tutta, senza alcun elemento di selezione e valutazione.

Così oggi gli insegnanti sono tra i meno pagati d’Europa, ma probabilmente sono anche quelli meno preparati e che fanno meno. E non è un caso che nei test PISA i nostri studenti ottengano, nei confronti internazionali, risultati mediocri. E non è nemmeno un caso che ai test INVALSI molti prof barino per nascondere la loro pochezza e far vedere che la loro classe è preparata.

Spendere di più, tu dici e fare formazione. Giusto. Ma non mi sembra che la spesa italiana sia lontana da quella di altri paesi europei e il momento economico non è certo dei migliori. Forse bisognerebbe avere il coraggio di spender meglio. Via tanta zavorra e “voti” ai professori.

E le famiglie? Di sicuro ci hanno messo del loro. Spesso non ci sono, sono zoppe, e, ancor più spesso, quando ci sono, “la mamma non ha tempo” per i troppi impegni sul lavoro. Già, le donne in carriera. E, di sicuro, non sono più i tempi di “noi che quando… prendevamo un ceffone dalla maestra, la mamma a casa te ne dava due”. Oggi partono le denunce e si va in piazza. Molti dei casi di bullismo, di vandalismo, di menefreghismo e maleducazione che hai citato, dietro, hanno proprio il problema della famiglia.

Poi ci si è messa anche la TV. Non solo per i prodotti che pubblicizza e che tutti vogliono, dagli zainetti delle prima classi elementari ai giubbotti e alla cinture firmate dei 13-14 anni. E poi? Hai un bel paio di gambe e un bel sorriso: bastano. Al sedere e alle tette ci pensa il chirurgo e le vie del successo sembrano tutte dietro l’angolo. Lo studio a che serve? A nulla. Guarda il Grande Fratello e mille altri personaggi della TV. E così molte ragazzine incominciano a prostituirsi a 13 anni per una ricarica telefonica o per una cintura firmata. E i maschietti imparano a fare i “papponcelli” procurando nomi e appuntamenti. Altre fanno le cubiste nelle discoteche il Sabato pomeriggio e i maschietti “svegli” diventano “pierre” assatanati.

E così gli sport, ma almeno quelli fanno bene alla salute. Non sempre, però. Lì girano gli anabolizzanti e gli stress da superallenamento che portano agli attacchi di panico.

E la droga? Già. La droga.

E di quei 5 di condotta chi se ne frega. Secondo me c’è da stupirsi che qualcuno studi ancora.

Che fare? C’è una soluzione? Non credo. Ci vogliono troppe cose e troppo tempo. Ma è sbagliato non fare nulla.

Ognuno faccia un po’, e per la propria parte. E forse tra 20 anni….

Forse.

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4 risposte a Di quei cinque in condotta, chi se ne frega

  1. TANIA ha detto:

    CIAO FRANCO , A ME QUESTI RAGAZZI FANNO VERAMNETE PENA , E NON MI SORPRENDONO . PROPRIO IERI IN TV AL TG DELLE 13 HANNO PARLATO DI UNA SCUOLA IN FRIULI VENEZIA GIULIA CHE TUTTI I RAGAZZI HANNO 10 IN CONDOTTA QUESTI FANNO NOTIZIA , PERCHE ‘ VANNO CONTROCORRENTE , HANNO INTERVISTATO IL PRESIDE DEL LAVORO SVOLTO DAI LORO INSEGNANTI IN COLLABORAZIONE CON LE LORO FAMIGLIE ACCURATO ATTENTAMENTE INSENGNANDO LORO I LORO DOVERI I LORO PRINCIPI E LE REGOLE !!!!!!!!!!!!!!DIO LI BENEDICA COME SEMPRE PENSO CHE SIA DOVUTO DAL FOCOLARE FAMILIARE E DA CHI STA INTORNO A QUESTI RAGAZZI LA LORO STRUTTURA MENTALE , NON DICO CHE E SOLO COLPA DEI PROFFSSORI , LORO ANCHE SE MAL PAGATI DEVONO SENTIRLIACOME UNA MISSIONE NELL’EDUCARE E FORMARE I GIOVANI DEL NOSTRO PAESE , ANDANDO COME FANNO QUESTI PROFFSSRI DEL FRIULI CONTRO CORRENTE , E POI AGGIUNGO COSA PRETENDIAMO SE ANCHE LE ISTITUZIONI NON SANNO DARE NULLA , MA SOLO SCANDALI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! MI AUGURO CHE DI QUESTA CLASSE NE PARLINO ANCORA E MOLTI PRENDANO ESEMPI POSITIVI CIAO BUON POMERIGGIO E BACI TANIA

    • frz40 ha detto:

      Non ho visto la TV, ieri alle 13. Comunque bravi a loro e alle loro famiglie. Non sono i soli, però. Ce ne sono tanti, dapppertutto: di bravi ragzzzi, di bravi insegnanti e di valide famiglie.

  2. marisamoles ha detto:

    @ Tania

    Nemmeno io ho visto il servizio di cui parli ma sono comunque orgogliosa di insegnare in Friuli Venezia Giulia perché, se è vero che i dati nazionali Ocse-Pisa non fanno onore alle scuole italiane, qui al nord-est siamo ai massimi livelli in Europa.

    @ frz

    Ti ringrazio per l’attenzione che hai dedicato al mio post, ma, sinceramente, mi convinco sempre più che chi non “vive la scuola” (che non significa “chi vive a scuola”) non può davvero avere un’idea precisa della situazione.
    Forse perché siedo in cattedra da molti anni (più della metà della mia stessa esistenza), dedicando alla scuola molte, troppe energie (che ho, purtroppo, sottratto alla mia famiglia, e ne pago le conseguenze), attualmente ho l’impressione di stare su una nave in procinto di affondare. Vorrei dire “e’l naufragar m’è dolce in questo mare”, ma sfortunatamente sono diventata ancor più pessimista di Leopardi. 😦

    • frz40 ha detto:

      Mi spiace se l’idea non è precisa ma è l’impressione di chi la vive dall’esterno.

      Se è sbagliata, pazienza, ma speriamo comunque che la nave non affondi e chi la vive dall’interno sappia trovare le soluzioni migliori.

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