Intercettazioni elettorali

Mi pare molto interessante questo articolo di Marcello Sorgi per La Stampa: “Un Paese oltre ogni limite”

Affronta il tema delle recenti intercettazioni rese note ieri dal «Fatto quotidiano», di cui sono stati oggetto Berlusconi, il direttore generale della Rai Mauro Masi, il direttore del Tg1 Augusto Minzolini e il membro dell’Agcom, l’Autorità indipendente per le telecomunicazioni, Giancarlo Innocenzi.

Due sono gli aspetti del problema.

Il primo. Se si possa configurare “reato” il contenuto delle intercettazioni intercorse. . “Di per sé – dice Sorgi, che certo col Cavaliere tenero non è mai stato – l’idea che il presidente del Consiglio chiami al telefono il direttore generale della Rai Mauro Masi, il direttore del Tg1 Augusto Minzolini e il membro dell’Agcom, l’Autorità indipendente per le telecomunicazioni, Giancarlo Innocenzi, non è fuori dalla realtà. Ma se solo è verosimile il contenuto dei verbali, riassunti stavolta, e non pubblicati tra virgolette, è il modo in cui li tratta – da servi, neppure da dipendenti! – che fa spavento. Farà spavento, ma, attenzione: come lo stesso Sorgi afferma si tratta di una” ricostruzione, per forza di cose frammentaria e meritevole di approfondimenti”.

Forse capiremo un giorno se si tratti di concussione o altro, ma per intanto, siamo di fronte all’ennesima fuga di notizie, con tutto quel che ne segue.

E qui entra in ballo la seconda parte dell’articolo.

Dice: “Come si sa, l’inchiesta che ha portato alla scoperta di tutto è partita da Trani, in Puglia. Le indagini riguardavano un giro di usura basato su carte di credito irregolari. Alcuni degli indagati avrebbero minacciato di rivolgersi all’Agcom e alla Rai come consumatori truffati, millantando amicizie che potevano procurargli assistenza da parte dell’Autorità e attenzione giornalistica da parte del Tg1.

Un magistrato che decida di conseguenza di mettere sotto controllo uno (solo uno?) dei membri dell’Agcom dovrebbe sapere che quell’organo non si occupa di protezione dei consumatori. Se non lo sa, appena scopre che ha sbagliato indirizzo, dovrebbe chiudere le intercettazioni. Lo stesso vale per il direttore del Tg1, che tra l’altro sulla storia delle carte di credito ha anche mandato in onda un servizio.

Invece il magistrato rimane in ascolto. E quando si accorge che al telefono dei suoi intercettati c’è Berlusconi, moltiplica le sue attenzioni, anche se è chiaro che né lui né gli altri due c’entrano niente con la storia della truffa.

Che goduria! “Il magistrato che ha continuato a tendere il suo orecchio, pur sapendo che la vicenda non era di sua competenza, non ha dato grande prova di serietà. Anzi, magari senza capirlo – cosa che fa dubitare della sua intelligenza – ha contribuito ad accelerare la legge che vuole tagliare le intercettazioni”

Premesso che, in principio, non sono contrario alle intercettazioni, mi chiedo: Tutto qui? Solo di serietà ed intelligenza parliamo? A me la cosa sembra molto più grave, ma non commento oltre.

Conclude Sorgi: “L’Italia sta diventando un Paese senza il senso del limite.”

Concordo.

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