Benvenuta Primavera

La Primavera è finalmente in arrivo ed è una gran fortuna poter di nuovo aprire la finestra alla nuova stagione e il cuore alla speranza.

E’ una delle quattro stagioni delle quali possiamo godere nelle nostre zone temperate.

Meteorologicamente, è già iniziata da parecchi giorni, ed è il periodo dell’anno compreso tra il 1 marzo e il 31 maggio, nell’emisfero boreale, e tra il 1 settembre e il 30 novembre, in quello australe.

Astronomicamente, invece, inizia proprio oggi, 20 marzo 2010, alle 17.32. E’ questa, infatti, l’ora, per quest’anno, dell’equinozio di primavera, momento in cui il Sole si presenta all’intersezione tra l’eclittica e l’equatore celeste.

Ci accompagnerà fino al 21 giugno quando, alle 11,28, avremo il solstizio d’estate.

Il termine equinozio deriva dal latino e significa “notte uguale” al giorno. Così sarà anche quest’anno, anche se, nella realtà, per una serie di eventi, la lunghezza del giorno eccederà, di poco, su quella della notte. In questo giorno il Sole sorgerà quasi esattamente ad est e tramonterà quasi esattamente ad ovest.

Al di là di tutto questo, la Primavera è la stagione della Speranza.

Torna a sorridere la natura: Speriamo che, con essa, tornino a sorridere anche gli uomini. Ne avremmo tanto bisogno.

Oggi piove. Ma la pioggia di Primavera è molto diversa da quella spesso violenta dell’Estate, da quella triste dell’Autunno, da quella fredda dell’Inverno.

La ricordate?

Che dice la pioggerellina di Marzo?

Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d’oro?

Passata è l’uggiosa invernata,
passata, passata!
Di fuor dalla nuvola nera,
di fuor dalla nuvola bigia
che in cielo si pigia,
domani uscira’ Primavera
guernita di gemme e di gale,
di lucido sole,
di fresche viole,
di primule rosse, di battiti d’ale,
di nidi,
di gridi,
di rondini ed anche
di stelle di mandorlo, bianche…

Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d’oro?

Ciò canta, ciò dice:
e il cuor che l’ascolta è felice.
Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto.

E’ di Angiolo Silvio Novaro .

Ma ne ho anche scovata un’altra di un autore certamente meno noto. Si chiama Vivì Coppola e la poesia è molto carina; la pubblico sul mio blog sperando che non me ne voglia. La trovate, comunque , QUI.

Dolce acqua di primavera

Dolce acqua di Primavera,
che ti posi leggera leggera,
sui tetti, sui muri, su strade
e tutto detergi e pulisci.
E tutto rinasce al tuo tocco,
perché tu sei dolce acqua di Primavera!
Ed alla sera quando poi scende il buio,
lasci il cielo lassù sgombro di nubi…
e poi ti ritiri…
per far posto alla Luna ed alle stelle.
Solo allora si sente nell’aria
il soave profumo di rose sbocciate,
perché dal tocco tuo lieve irrorate.
Solo allora nell’oscurità ci s’avvede
di un fitto luccicchio dapertutto.
Anche le lucciole son tornate.
Benvenuta sempre, sei tu Primavera!

Sì, benvenuta Primavera. Benvenuta col tuo sorriso di speranza. Da parte di noi tutti.

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12 risposte a Benvenuta Primavera

  1. vincenzo ha detto:

    Caro Frz,
    Grazie per le poesie. La meno nota è altrettanto bella quanto quella di Angiolo Silvio Novaro.
    Mi hai fatto ricordare quando a scuola si studiavano tante poesie e quasi tutte dei grandi poeti classici, Manzoni, Carducci…il mio Foscolo che tanto amo ed amai…Pascoli….e poi nella scuola attuale più nulla o…ben poco.

    Chissà perchè tanta ignoranza in materia di poesia?
    Io ricordo a memoria oltre alle poesie interi lunghi brani dell’Odissea e dell’Iliade, quest’ultima nella versione meravigliosa ed insuperabile del Monti. Il saluto-addio di Ettore ad Andromaca presso le Porte Scee! Potrei ancora adesso recitarlo per intero…e quante volte mentalmente me lo ripeto!

    Ora a scuola non si studia più ed hanno sostituito la versione del Monti con quella orrenda di una oscura professoressa – poetessa innominabile!
    Pazienza… la decadenza culturale e morale di questi tempi forse parte proprio dalla scuola!

    • frz40 ha detto:

      Sapessi quante ne studia Elena !!! Da non credere. Non tutto è cambiato.

      E’ comunque per me stata un’emozione ricordare l’incipit:

      “Che dice la pioggerellina
      di marzo, che picchia argentina
      sui tegoli vecchi…”

      e poi cercarla, trovarla e rileggerla ancora una volta.

  2. Lou ha detto:

    Questa era la mia filastrocca ai tempi delle elementari:

    “é primavera,
    sui cespuglietti,
    spuntan le rose,
    le prime viole
    al dolce canto dell’usignolo,
    al dolce canto dell’usignolo!”

    😉

  3. marisamoles ha detto:

    Caro Vincenzo,

    non è vero che a scuola non si studiano più le poesie. Forse a memoria no, ma si studiano, si analizzano, si commentano, si confrontano liriche di diversi autori sullo stesso tema … insomma, dipende un po’ dall’insegnante. Io amo la poesia quindi ci tengo ad insegnarla bene.

    Quanto all’epica, le traduzioni di Monti sono difficili, quindi nei libri di testo si operano scelte diverse (non ho capito chi sia la professoressa-poetessa dal nome impronunciabile!), non sempre meravigliose. Ma anche in questo caso dipende dalle scelte dell’insegnante.

    Se ti piace l’epica, leggi qui

    A me piace insegnarla così, sdrammatizzando un po’, e devo dire che i miei allievi si appassionano; anche quelli che per il resto della mattinata sonnecchiano, durante l’ora di epica sono ben svegli e quando li interrogo, sono sempre preparati.

    Insomma, se s’insegna con passione, non si rischia nessuna decadenza culturale e morale!

    Buon inizio di primavera a tutti!

  4. vincenzo ha detto:

    Cara Marisa,
    sono assolutamente d’accordo con te quando sostieni che la resa degli studenti dipende sicuramente molto da quanto l’insegnante ami le materie che tratta, e questo vale in tutte le discipline.
    Sulla poesia, invece, perchè non si imparano più a memoria? Ai nostri tempi era così, col risulato che ancora adesso io, che non sono certo l’unico, me ne ricordo ed è successo un paio di volte che, ritrovandomi con ex compagni di scuola, ci si divertisse confrontandoci su interi brani o poesie, a memoria, naturalmente.
    Il nome della traduttrice a cui alludevo è quello della Rosa Calzecchi Onesti (pare che sia la versione tra le più adottate) e certo non è paragonabile alla poetica di Vincenzo Monti.
    Può darsi che la versione del Monti sia più difficile ma, mi chiedo, come mai in classe tutti noi le capivamo, magari sudando un pò? Come ho scritto, si arrivava addirittura a studiare a memoria quei brani ritenuti più significativi dall’insegnante !
    Quello che dico, ovviamente, vale per tutta la mia generazione.
    Eravamo TUTTI Mandrake? Non credo proprio.

    Ho letto ed apprezzato i Tuoi commenti sul soggiorno di Ulisse nell'”isola che non c’è” da cui scaturisce tutta la tua sensibilità femminile nella visione romantica sul travaglio morale dell’eroe focalizzato in luce onirico-sentimentale.
    Complimenti! Ai miei tempi il mio professore di Italiano e latino era un rigido Gesuita molto concreto e bacchettone ….da ragazzino avrei apprezzato molto di più un’insegnante Come sei tu..con una visione più coinvolgente
    Cordiali saluti.
    Vincenzo

    • marisamoles ha detto:

      Grazie, Vincenzo, per l’apprezzamento sul mio post.
      Io alle elementari ho imparato molte poesie a memoria, alle medie un po’ meno, al liceo assolutamente nessuna.
      Seguendo i miei figli, mi sono resa conto che è successo anche a loro la stessa cosa nei vari ordini di scuola.
      Non so che dire: io, ad esempio, non ho memoria per certe cose, quindi credo che dipenda da quanto uno sia portato a memorizzare versi e versi o meno.

      Un saluto e buona domenica.
      Marisa

  5. elisabetta ha detto:

    Se dobbiamo parlare di poesia, anch’io, come Vincenzo ricordo molto bene e ho ancora ben memorizzate molte poesie che ai miei tempi era d’obbligo imparare a memoria…

    Non so se è giusto che oggi i ragazzi non debbano memorizzare così bene le strofe dei poeti che indubbiamente sono ancora presenti nei programmi letterari.

    Forse è sufficiente conoscerli o forse era meglio, come allora, imprimerli più saldamente nella memoria.

    Certo che quando si presenta l’occasione è sempre piacevole poter sciorinare quel verso o addirittura tutto il testo.

    E ciò, non solo per la poesia, quella specifica, ma anche per brani di opere come ad esempio “I promessi sposi” del Manzoni: chi di noi (e parlo sempre della mia generazione) non ha imparato a memoria “Addio monti sorgenti dall’acque…ecc.“ di Lucia o il brano “Lucia usciva in quel momento…… ecc” e molti altri?….

    Trovo che questo impadronirsi di brani o strofe sia un modo più concreto per amarle è un modo anche per farci rivivere ed apprezzare quel passato che è la nostra stessa vita.

    Se dobbiamo parlare di primavera, anch’io, come tutti voi apprezzo questo risveglio: la tenerezza delle piante che timidamente ci regalano gemme e virgulti, il colore vivace delle primule e delle mimose, la mitezza del clima che dolcemente ci spoglia dai pesanti indumenti, il ritorno delle rondini (tristemente oramai non più sotto i tetti), il desiderio di rinnovarci dopo le nostre vecchie e invernali abitudini e il desiderio di fare nuovi progetti di vacanza per la vicina estate, è tutto racchiuso in quella parola “PRIMAVERA”.….

    Personalmente, i miei sentimenti sono anche purtroppo rivolti nostalgicamente alle primavere passate, ma con questi struggenti dolci ricordi guarderò a questa nuova primavera con occhi, anche se velati di lacrime, sempre aperti e vigili a tutto quello che di meraviglioso riesco ancora a vedere.

    Buona Primavera a tutti

    eli

  6. vincenzo ha detto:

    Cara Elisabetta, che piacere trovare almeno una persona che condivide questi ricordi (Frz.fa l’agnostico….)
    Ricordare brani interi a memoria oltre che ad amarli ed a ricordare la giovinezza, per me significa poterli gustare ogni qual volta mi fa piacere….sentirli miei… perchè miei sono divenuti ed appartengono in modo indelebile a quella libreria che è parte di me ed a cui attingo quando sono solo…quando magari di notte mi sveglio e mi metto a pensare…in quei momenti soppeso parola per parola ….. lentamente. ed apprezzo con gratitudine chi quelle parole le ha trovate. messe insieme e regalate a tutti perchè venissero condivise.
    In certi casi e per certi versi ancora oggi mi commuovo come fosse la prima volta.
    Tutto questo perchè un tempo qualche professore di lettere aveva preteso da noi ragazzi un pò di più…
    Grazie professore
    Vincenzo

  7. frz40 ha detto:

    @ Vincenzo e @ Elisabetta

    Non faccio l’agnostico, ma so quali sono i “deboli” dei miei amici…… e lascio spazio !!!!

    🙂

  8. vincenzo ha detto:

    CarissimoFrz,
    Ci sei cascato! Alla fine ti ho tirato dentro! Volevo vedere una tua reazione!
    Un carissimo saluto.
    Vincenzo

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