Pubblicità mirata alla persona.

E’ di qualche giorno fa la notizia che la NEC, gigante giapponese della tecnologia, ha sviluppato un cartellone pubblicitario che consente il riconoscimento facciale di chi lo sta osservando.

E’ chiamato «Next Generation Digital Signage Solution» e distingue, grazie ad una mini-camera fotografica l’età e il sesso dei passanti.

In base ai dati demografici ottenuti, sul cartellone appare la pubblicità “mirata”, con solo prodotti, cioè, che possono essere d’interesse per il potenziale cliente.

La tecnologia è attualmente sperimentata in alcuni importanti centri commerciali giapponesi e ne è presto previsto il suo utilizzo anche negli USA.

Pare che siano salvaguardata la privacy con la distruzione immediata delle foto scattate.

Tuttavia è facile prevedere che diventeremo, una volta ancora, sempre più schiavi della pubblicità.

Non solo, ma speriamo che non legga anche il pensiero! Se, infatti, davanti a me apparisse la pubblicità con la Nina Senicar, l’ ultima testimonial del marchio Roberta, che ne penserebbe mai la gente?

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6 risposte a Pubblicità mirata alla persona.

  1. vincenzo ha detto:

    Sarà perchè mi sono occupato direttamente e per molti anni di Marketing, ma non mi sembra, malgrado i luoghi comuni, che si possa affermare che siamo “schiavi della pubblicità”.

    Le informazioni che una azienda potrà ricavare da un sistema di rilievo del tipo descritto saranno preziosissime per individuare gusti e preferenze su prodotti esposti e, attraverso questo genere di informazioni, verranno indirizzate le offerte.

    Se ci si pensa bene, attraverso questo “RILEVATORE DI INFORMAZIONI” aumenteranno le efficienze e si ridurranno sprechi (Prodotti invenduti, costi sostenuti per la loro produzione, distribuzione ed esposizione negli scaffali, capitali impiegati etc,etc).

    Tutto questo complesso sistema non è altro che un adeguamento in tempi più rapidi alle PREFERENZE DEL MERCATO: non esiste schiavitù verso le aziende nelle scelte del singolo.

    Quello che invece potrebbe preoccupare, e non poco, è l’uso di questa tecnologia per altri fini….e lì la fantasia può galoppare senza limiti….Potremmo venire subdolamente spiati da un sistema / regime, catalogati, individuati e, in qualche modo, privati da ogni forma di riservatezza.

    Il romanzo di Orwell sta diventando sempre più reale.

    Si pensi che già attraverso telefonini cellulari, carte di credito, Telepass, è possibile ricostruire molte fasi della nostra vita quotidiana…ebbene con questa nuova tecnologia il cappio sarà ancora più stretto.

    C’è di che preoccuparsi!

  2. frz40 ha detto:

    Non disconosco l’utilità della “pubblicità” come strumento di marketing, soprattutto quando è rivolto a incrementare i consumi, ottimizzare la gestione del sistema distributivo, indirizzare la produzione e controllare i costi del prodotto.

    I consumi sono la base di quel sistema virtuoso che governa lo sviluppo delle aziende e, con esse, la crescita delle economie.

    Molti possono obiettare su questi aspetti, ma qui si aprirebbe l’eterna discussione tra economie capitalistiche ed altri sistemi, che, forse, non è qui il caso di affrontare.

    Ci sono tuttavia molti rovesci della medaglia e non credo che si possa disconoscere, tra questi, che la pubblicità ha un forte potere condizionante sul consumatore, il quale viene spesso sospinto verso un certo tipo di prodotti che non vale il prezzo che fa pagare o che non ha qualità intrinseche superiori ad altri.

    Penso, ad esempio agli inutili e sempre più costosi giocattoli per i bambini, all’abbigliamento firmato sempre per i bambini. A certe cinture, borse, zainetti, giubbotti e jeans firmati. Ma l’elenco è infinito e si estende a tutti i settori: detersivi, alimentari, piccoli e grandi elettrodomestici etc. etc.

    Il consumatore è letteralmente bombardato dai messaggi pubblicitari e non sempre ha la capacità di selezionare le cose più utili o migliori.

    Pensa solo a quante cose inutili ti ritrovi in casa, negli scaffali o nei cassetti e a quante cose, col senno di poi, non avresti comprato.

    Diverso è il discorso sulla privacy, sul quale concordo con te; ma anche qui se venissero salvaguardati i diritti delle singole persone e se lo strumento venisse utilizzato come puro rilevatore di informazioni sulle esigenze e preferenze del consumatore, non avrei molto da obiettare.

  3. elisabetta ha detto:

    Condivido la preoccupazione di frz, tale pubblicità già riesce a carpire le necessità del passante, se poi si inventasse la capacità di carpire anche i desideri sarebbe davvero molto imbarazzante: ma anche se questo fosse possibile (ma non escluso), violerebbe la privacy (quindi proibito) e spero proprio che ciò non accada mai…

    D’altra parte la pubblicità, si dice, sia l’anima del commercio…anche senza essere commercianti o avere prodotti da proporre ognuno di noi ha qualcosa di se stesso da pubblicizzare… e anche questi post e questi commenti ne fanno parte.
    Chi posta pubblicizza un proprio pensiero e chi replica vuol far conoscere il proprio… quindi siamo tutti pubblicitari e tutti consumatori….
    Sta a noi saper scegliere e non farsi condizionare…

    E’ difficile per molti, ma per chi sbaglia sarà sempre una lezione di vita….

    Per oggi voglio pubblicizzare un caro saluto a tutti e un buon fine settimana.

    eli

  4. vincenzo ha detto:

    Caro Frz,
    Non per aprire una discussione…. ma ci rendiamo conto che l’economia occidentale ha migliorato in modo esponenziale la qualità della vita di tutti?
    E’ vero che il sistema liberale ha delle pecche ma, a parer mio, questo modello con tanti difetti è il migliore dei mondi possibili.
    Altri modelli di sviluppo non hanno funzionato e, se qualcuno avesse un modello alternativo che preveda però la parolina “di sviluppo”, si faccia avanti e proponga alternativedisviluppo (tutto attaccato).

    In mancanza di proposte…. tant’è!
    Disquisire sul sesso degli angeli non serve a farci avanzare di un millimetro.

    Quello però su cui insisto è il timore che la tecnologia, oggetto del tuo commento, abbia in sè la potenzialità di essere applicata subdolamente (perchè così si presta) per ben altri fini oltre che per valutare l’indice di gradimento di un modello di slip.

    Credimi, questa è la vera preoccupazione: in un mondo non libero non avrei neanche voglia di vivere! E, conoscendoti, penso valga anche per te.
    Vincenzo

  5. vincenzo ha detto:

    Cara Elisabetta, la mia risposta è stata inviata a Frz quando la tua non era ancora comparsa.
    Al tuo commento posso solo aggiungere che, almeno in questo caso, si tratterebbe di far conoscere ad una ipotetica azienda le nostre preferenze circa un prodotto in vendita….non ravvedrei violazine di privacy anzi, il peso di una scelta o di un diniego fatto da una persona intelligente e perchè no?…. di buon gusto, potrebbe essere auspicabile per una decisione aziendale in materia.
    Un caro saluto ed un sereno fine settimana anche a te.
    Vincenzo

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