Ecco come ci propinano le notizie

 

Da Il Post.it a firma Luca Sofri

“Storia di una notizia falsa”

Ve la riassumo:

Domenica una ragazza nera di vent’anni ha raccontato alla polizia di essere stata aggredita da alcune persone che le hanno dato fuoco e hanno scritto “KKK” sulla sua macchina, in un parco a Winnsboro in Louisiana. La notizia ha avuto spazio nella stampa locale e delle brevi sui siti di news nazionali, in spazi molto marginali.
Passano alcune ore, e martedì pomeriggio improvvisamente il sito del Corriere della Sera mette addirittura in apertura, a caratteri ben grossi (direi “cubitali”), questo titolo. (vedi immagine -ndr)
Poco dopo, sugli altri siti dei giornali e delle agenzie italiane, si fa spazio la stessa notizia con simili titoli (“bruciata viva…”), persino con commenti sul significato dell’accaduto. In alcuni casi con l’informazione che la ragazza “indossava una maglietta di Obama”, informazione che viene rapidamente smentita e corretta, ma non da tutti. Sul Fatto, per esempio, è ancora lì persino nel titolo.
Ultima tappa, stamattina la storia è su tutti quotidiani di carta: Repubblica, Fatto, Secolo XIX e Mattino ce l’hanno persino in prima pagina, tentati probabilmente dalla foto della ragazza o dei cappucci del Klan. Il Corriere le dà tutta la pagina 6, con intervista alla scrittrice Toni Morrison per parlarne. Sotto il titolo a quattro colonne “Ragazza nera bruciata viva Accuse al Ku Klux Klan”, nel sommario, probabilmente corretto e rivisto in extremis, si dice “I dubbi della polizia, che segue anche altre piste”. E in coda all’articolo di Guido Olimpio, se lo leggete, si parla della “svolta”. E si spiega che la storia non è vera: ma per saperlo dovete leggere le ultime dieci righe.
Già, perché intorno alle 23 italiane di martedì la polizia di Winnsboro ha convocato una conferenza stampa per annunciare che la ragazza si è inventata tutta la storia.
Interessante, no?

Sì, grazie, molto interessante. 

(L’articolo intero lo trovate QUI)

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6 risposte a Ecco come ci propinano le notizie

  1. elisabetta ha detto:

    Beh,a questo punto, invece che al fuoco, la metterei sotto una bella doccia gelata: chissà che impari la lezione e si ravveda.
    Accendere di sdegno gli animi e le relative conseguenze è altrettanto grave di un rogo vero.

    eli

    • frz40 ha detto:

      A me pare quasi delittuoso che tutte le notizie vengano di fatto strumentalizzate e, spesso, travisate.
      E’ mai possibile che l’informazione pura e semplice, nonché controllata, non esista più?

  2. Diemme ha detto:

    Va beh, è come quando una s’inventa di essere stata violentata: la violenza esiste, perché in primis non le si dovrebbe credere? Certo che poi, a livello giudiziario, va tutto verificato: e i giornalisti?

    In teoria, quando danno certe notizie, dovrebbero usare una delle loro frasi preferite, “il condizionale è d’obbligo”. Dovrebbero scrivere non “Una ragazza è stata” ma “Una ragazza riferisce di essere stata”: poi, se “è stata” davvero o no, lo stabiliranno le indagini.

    • frz40 ha detto:

      Mi sa che il problema sia più profondo che non l’uso del condizionale. E’ che per paura di “bucare” la notizia si finisce per copiare e prendere tutto per buono. Salvo poi anche a strumentalizzare quel che torna comodo.

  3. E’ triste che la superficialità imperi ovunque. Si può in qualche modo comprendere che avvenga sui social network, molto meno che testate prestigiose non facciano delle verifiche più accurate e vengano sempre tentate dal sensazionalismo che alcune notizie ovviamente generano.

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