A chi credere ? Mi riferisco al caso Ganzer…

A chi credere ?

Mi riferisco al caso Ganzer, il generale comandante del Ros dei Carabinieri, condannato in primo grado a quattordici anni di reclusione dal Tribunale di Milano.

La motivazione è quella di colpevolezza per traffico internazionale di droga e per gravissimi reati commessi nelle operazioni antidroga «per raggiungere obiettivi ai quali è spinto dalla sua smisurata ambizione»

Sul Corriere di oggi (LINK) leggo che si schiera dalla parte di Ganzer, l’ex procuratore nazionale antimafia Pierluigi Vigna che ricorda che da pm seguì con lui «il primo caso di immissione di droga in Italia da parte di agenti infiltrati» e dichiara di non veder l’ora di leggere le oltre 1.100 pagine delle motivazioni depositate lunedì scorso.

Più appassionata  è la difesa di Carlo Panella, su “Libero” con l’articolo “Perché il generale (innocente) è stato condannato”. Ne riporto alcuni passi:

Il generale dei carabinieri Gampaolo Ganzer, comandante dei Ros, non solo è innocente, ma soprattutto è apparso pienamente innocente durante il processo [..] e le motivazioni di questa condanna costituiscono

un vulnus gravissimo alle nostre istituzioni. In piene festività natalizie la corte milanese ha inondato tutti i media italiani di affermazioni gravissime, al di là dell’insulto, sul carattere, le attitudini, le prevaricazioni, i tradimenti,  insomma, di cui Ganzer sarebbe responsabile. [..] Giampaolo Ganzer non ha compiuto nessun reato contestato per la semplice ragione che non poteva materialmente farlo. Infatti, quando, nell’aprile del 1993, quei reati sono stati commessi da alcuni carabinieri, lui non era affatto il loro superiore, ma dirigeva tutt’altro settore, quello di contrasto all’eversione. Si badi bene: nel corso del processo, tutti i suoi coimputati, non solo hanno testimoniato di non aver obbedito ad ordini di Ganzer (che non poteva averli dati perché non era il loro comandante), ma anche e soprattutto di avergli tenuto nascoste e occultate le azioni irregolari da loro compiute (il riciclaggio in Svizzera di fondi destinati al narcotraffico, per ingraziarsi la fiducia di narcotrafficanti), in tutte le conversazioni e anche in tutti i verbali ovviamente riscontrati – a lui inviati. Dopo che assunse il loro comando. Il processo, insomma, ha dimostrato una totale e assoluta coincidenza  della versione degli ufficiali del Ros che hanno compiuto azioni irregolari, con quella di Ganzer.Un dato irrefutabile, tanto che lo stesso Pm, nel corso del processo ha sempre sostenuto che la “colpa” di Ganzer sarebbe stata quella di avere “saputo” ex post di queste irregolarità e di averle “coperte”.

Il tribunale, invece, si inventa letteralmente un’altra verità e cioè che Ganzer non solo avrebbe “saputo” ma avrebbe addirittura “fatto”; di qui l’accusa di avere “tradito per interessi personali tutti i suoi doveri”. E qual è la prova che avrebbe “fatto”? Semplice, un ispettore svizzero, tal Azzoni, ha reso una confusa testimonianza al Pm Salamone di Brescia (a cui peraltro Ganzer aveva arrestato il fratello) secondo la quale il maresciallo dei Cc Palmisano, nel riciclare il denaro del narcotraffico, gli avrebbe detto di agire agli ordini di Ganzer. Tutto qui, un “sentito dire” senza prove e non solo senza riscontri (ripetiamo: Ganzer non era comandante di Palmisano e quindi non poteva dargli alcun ordine), ma anche risolutamente smentito da Palmisano che durante il processo ha affermato che all’epoca non conosceva neanche Ganzer.

Il mio pensiero?

1)      Sul caso specifico è che quando si gestiscono operazioni di quel tipo,non per nulla ci si affida a corpi spreciali, i ROS, e per aver successo, o hai le soffiate giuste o te le procuri. Nel primo caso, che credo più teorico  che pratico, devi aver la fortuna di incontrare un qualche fuori uscito che cerca vendetta per un torto subito o, più semplicemente, protezione per mettere in salvo la pelle; nel secondo devi scendere a patti e avere gli infiltrati giusti. Ciò significa correre dei rischi e compiere azioni, che viste a sé stanti, possono essere mal giudicate.

2)      Mi chiedo che competenza abbia la Magistratura ordinaria per valutare questo tipo di azioni. Non vigeva una volta la regola che sono i Tribunali Militari a dover giudicare le azioni dei militari.

3)      Più in generale, e prendendo questo caso a solo titolo di esempio, mi chiedo dove e come un normale cittadino, che vive in questo Paese dove tutto pare essere dominato da una contrapposizione politica  tanto esasperata, quanto sterile, possa trovare una fonte d’informazione ragionevolmente asettica da permettergli di capire prima di tutto quali sono realmente i fatti e poi come interpretarli.

4)      Mi chiedo, nel caso in cui accuse di questa gravità risultassero infondate (come  è accaduto in altri casi) se nessuno mai pagherà personalmente.

 

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