Dal blog di Christian Rocca (link)
A un italiano di 67 anni il “Premio per geni”
Anche quest’anno la MacArthur Foundation ha selezionato i beneficiari del famoso “premio per geni“: una dote da 500 mila dollari in 5 anni, senza alcun obbligo per i vincitori (potranno fare ciò che vogliono del mezzo milione di dollari). Quest’anno sono 22 i beneficiari del MacArthur award, detto appunto “genius award”.
Uno dei 22 è un italiano di 67 anni che vive in New Jersey dal 1967, ma che è cresciuto a Roma. Si chiama Ubaldo Vitali e di professione fa l’artista e il restauratore di oggetti d’argento, in una parola: l’argentiere. Quando gli è arrivata l’email dalla MacArthur pensava fosse spam, una di quelle email che annunciano vincite milionarie per allocchi.
Qui gli altri 21 vincitori di quest’anno. L’America è un paese straordinario.
Anche l’Italia lo sarebbe se solo credessimo nei nostri valori, nelle nostre tradizioni, negli uomini e nelle cose che hanno fatto grande il nostro Paese.
E magari anche se ci rimboccassimo un po’ le maniche e le facessimo rimboccare ai quei nostri figli che di studiare han poca voglia e di far gli antichi mestieri ancor meno.
Condivido pienamente tutte le tue considerazioni in merito, aggiungerei però che chi ci ha governato sino ad oggi, non ha mai fatto nulla per trattenere le grandi menti, che perciò sono state costrette ad emigrare, in America ad esempio o in altri paesi più lungimiranti del nostro, che guarda caso investono in ricerca e sviluppo molto più di noi.
Questo a pensarci bene è alquanto triste, demoralizzante e sopratutto preoccupante per il futuro, in particolare per quello delle giovani generazioni.
I giovani non sono tutti come hai descritto, ci sono anche ragazzi di valore che potrebbero dare molto alla nostra società, ma che purtroppo vengono penalizzati e soffocati dal monopolio di certi elementi delle vecchie generazioni.
Non vorrei aver dato l’impressione di far di tutta un’erba un fascio, parlando dei giovani. Ho grande stima, rispetto e ammirazione per la stragrande maggioranza di loro. Mi riferivo più ai loro genitori, che spesso sono i veri responsabili di quanti vanno ad ingrossare le fila dei né-né (né studio, né lavoro).
Del pari volevo, una volta tanto, lasciare fuori dalla porta le responsabilità altrui e della politica, in particolare, per concentrare l’attenzione su quello che ognuno di noi può fare direttamente. Peraltro hai ragione: la ricerca è uno dei punti più deboli del nostro sistema politico ed economico.
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Condivido quanto detto sopra:
Il Genio è ITALIANO, ovunque si trovi. Il riconoscimento del talento, purtroppo non è italiano!!!
Conoscendo personalmente Ubaldo Vitali, posso affermare che le sue doti di umanità, non sono inferiori a quelle artistiche. Anche in questo, un italiano si distingue.
Che posso aggiungere? Che questa precisazione mi rende ancor più contento di aver pubblicato questo articolo.
Grazie. E un altro bravo a Ubaldo Vitali.
In linea di massima concordo , ma che per i giovani l’avvenire sia molto incerto è un fatto comune anche ad altre nazioni quali Francia e Spagna.
I tagli che sono stati fatti in Italia, specie quielli alla scuola, sono a parere mio vergognosi. Sembra che si dimentichi che la formazione scolastica è la base per i cittadini di domani.
Oramai da moltissime parti si esorta, potendolo, di prevedere nel piano di studi dei propri figli qualche corso o stages formativi specie negli States.
Chi non avrà titoli di studio qualificanti sarà sempre più a rischio di disoccupazione futura.
Per puro caso conosco una situazione a dir poco “agghiacciante”: una ragazza laureata, impiegata in un ufficio pubblico (sportello salute) e ottima sul lavoro, va avanti da mesi facendosi firmare dal responsabile del servizio OGNI 15 GIORNI il rinnovo per altri 15 giorni!
Altro che tirarsi su le maniche!
Ma certo che la situazione è complessa e difficile. Il mio è solo un invito a non far trascurare i lavori manuali e/o di artigianato, che possono dare enormi soddisfazioni, come nel caso del sig. Ubaldo, ai figli che di studiare non ne hanno nessuna voglia.