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Chissà perché anche nell’esercizio del diritto di voto dobbiamo avere lacci e lacciuoli.
Sull’altare delle stramaledette quote rosa si sono inventati queste regole:
Alle europee si possono esprimere sino a tre preferenze, ma:
- Se si esprimono due preferenze, il sesso del candidato va sempre bene, ma qualora se ne esprimano tre non devono essere tutti candidati dello stesso sesso. Due uomini e una donna, dunque, o viceversa. Obbligatoriamente. Se fossero tutti dello stesso sesso, si tiene conto solo delle prime due preferenze.
Per le elezioni dei Sindaci nei Comuni si possono esprimere solo sino a due preferenze, ma deve obbligatoriamente trattarsi di candidati di sesso diverso.
Alla faccia delle competenze effettive di ciascun candidato. E’ più forte di me: non capirò mai quale beneficio possa portare una rappresentanza di genere costruita in laboratorio.
Sono d’accordo con te.
🙂
nessun problema, io su tutte le schede voterò 2 volte rosy bindi e una volta sarchiapone.
Ha, ha, ha !!!! 🙂
Che schifo! Siamo proprio la Repubblica delle banane, il Paese di spaghetti e mandolini, e nulla di più!
Mi pare proprio che sia così.
Prima di dare la preferenza bisogna mandare “la quota rosa” dal ginecologo? per appurare il sesso CON CERTEZZA?
Sorrido… sono in terra elvetica.
Ciao.
Quarc
E’ un idea. E i vari “Lussuria” come li consideriamo? Stiamo veramente dando i numeri.
Buona Domenica, Quarc.
Appunto!