La Cina che avanza

Conoscete la Geely? No? Mai sentita? Nemmeno io. Ma impareremo a conoscerla.

E’ la principale società automobilistica privata cinese, ha il suo quartier generale nel Sud-Est della Cina, nella provincia di Zhejiang e ha iniziato a produrre auto nel 1998.

Ieri ha acquistato la Volvo: 22 mila dipendenti, di cui 16 mila in Svezia.e soprattutto tanta tecnologia.

La Volvo era stata acquistata dalla Ford nel 1999 per 6,4 miliardi di dollari e sembra che sia stato un pessimo affare, visto che ieri l’ha rivenduta ai cinesi per 1,8 miliardi di dollari di dollari.

La Cina che avanza, dunque, e più con i soli prodotti spazzatura.

Si diceva che la Cina sarà la superpotenza del domani, ma forse lo è già.

E’ il paese che sta cambiando più velocemente al mondo e che sta cambiando più velocemente il mondo. Un paese che in trent’anni si è del tutto trasformato, in modo spettacolare, sorprendente.

Pensate:
– Sono più i cinesi che parlano inglese, come seconda lingua, degli americani che parlano inglese negli Usa.
– In Cina 320 milioni di persone, più dell’intera popolazione degli Stati Uniti, hanno meno di 14 anni.
– La popolazione dell’Unione Europea ammonta complessivamente a 458 milioni di persone, vecchi e bambini compresi. In Cina i soli lavoratori attivi sono quasi 750 milioni.
– I lavoratori del settore tessile negli USA guadagnano l’ora 7,6 euro, 6 euro circa in Italia, 1,31 euro in EI Salvador. In Cina circa 54 centesimi.

Incredibile, vero?

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6 risposte a La Cina che avanza

  1. elisabetta ha detto:

    – I lavoratori del settore tessile negli USA guadagnano l’ora 7,6 euro, 6 euro circa in Italia, 1,31 euro in EI Salvador. In Cina circa 54 centesimi.

    E, si… poco per ciascuno e accontentiamo tutti… e… niente disoccupazione…..

    eli

  2. vincenzo ha detto:

    In effetti da oltre quindici anni gli economisti avevano già previsto una crescita economica considerevole della Cina e ricordo molto bene conferenze di carattere economico in cui si proiettavano dati previsionali di sviluppo di quel Paese a dir poco impressionanti, con ripercussioni pesanti e importanti sui Paesi occidentali.

    Si pensi che attualmente in Cina esiste già una certa preoccupazione perchè il PIL ( sto scrivendo a memoria) è sceso intorno all’8% !

    Cara Elisabetta, il “poco per ciascuno e accontentiamo tutti” andrebbe corretto col poco per non tutti e…tanta, tanta miseria per i più.
    Questo è il loro “punto di forza”:
    uno sfruttamento quasi selvaggio su masse enormi sempre a disposizione, nessuna o quasi salvaguardia sociale, un regime totalitario, costituiscono la situazione ideale per una produzione a costi bassissimi con ricavi massimizzati.

    Questo mix di condizioni genera evidentemente una classe ridottissima di super capitalisti ed un accumulo di ricchezza concentrata.
    Questi capitali ingenti devono, per loro natura, essere impiegati e viaggiano dove maggiormente vengono attratti.

    All’interno del Paese per investimenti principalmente sui due settori classici: Edilizio e Industriale.
    All’estero specialmente verso quei settori più attrattivi e che costituiscomo anche serbatoio di Know-how tecnologico.
    Infatti, una volta acquisito,potrà essere trasferito in patria colmando decenni di arretratezza.
    Questo spiega le acquisizioni di Aziende in difficoltà di liquidi…oggi certo non poche in occidente.
    Tutto ciò, almeno nel breve periodo, potrebbe essere un bene, ma se si pensa alla possibilità, sempre in agguato, di delocalizzazioni sarebbe giustificato qualche brivido….. a loro non manca certo la mano d’opera e pare che il loro sistema scolastico vanti Università di prim’ordine.

    Qua smetto perchè il discorso verrebbe ancora più lungo.

    Un saluto a tutti da Vincenzo.

    • frz40 ha detto:

      E’ un’analisi corretta, Vincenzo e la Cina condizionerà il mondo.

      Mi vengono i brividi al solo pensiero che noi, come ho detto in un altro post, abbiamo strombazzato quest’anno, in pompa magna, l’apertura del primo corso di cinese in un liceo. Ma tanto loro parleranno tutti inglese. E noi no. 😦

  3. vincenzo ha detto:

    Già, proprio così.
    Si ha l’impressione che certe decisioni siano prese seguendo un principio reattivo-adattativo molto simile al comportamento animale.
    Infatti se i cinesi “che contano” o che comunque sono preposti a dialogare con noi occidentali, lo fanno in inglese….a cosa serve studiare il cinese?
    Potrebbe servire a coloro che conoscono già bene l’inglese, ma il primo passo indispensabile rimane in ogni caso l’inglese, cosa non così normale per molti italiani.

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