Samantha Geimer, una pena senza fine

Da fonte ANSA (LINK) leggo che una corte d’appello della California ha respinto la richiesta di Samantha Geimer, la bambina violentata nel 1977, quando aveva appena tredici, anni da Roman Polanski, di sospendere la procedura giudiziaria contro il noto regista.

Samantha, che a suo tempo aveva ‘transatto personalmente’ la vertenza, ricevendo un certo compenso a titolo di risarcimento, aveva chiesto la sospensione della procedura perché è “costretta a rivivere ogni giorno’ la sua odissea personale”.

La capisco.

I media ripropongono in continuazione i particolari della triste vicenda, ma proprio questo rende ancor più grave le responsabilità penali di Polanky che, fuggito dagli Usa durante il processo e aiutato da compiacenti lobbies e leggi internazionali, non ha mai più rimesso piede negli Stati Uniti. Attualmente è agli arresti domiciliari in Svizzera e sta combattendo contro la richiesta di estradizione negli Usa.

PS. Per maggiori particolari si veda la categoria “L’affare Polanky” qui a lato

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